Imam Bergamo: “Donne cristiane sono nostre prede”

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Cosa pensano i preti islamici delle donne italiane? Uno di loro, Muhammad Zulkifal, che predicava a Bergamo, aveva le idee molto chiare.

I finanziamenti alle scuole coraniche dell’Afghanistan e del Pakistan arrivavano dalle collette tra i “fedeli” organizzate nelle varie nazioni europee. Per l’Italia questo compito spettava al cosiddetto imam di Bergamo, tal Hafiz Muhammad Zulkifal, che nella sua veste di imam e formatore coranico (qa-ri) dei centri di preghiera dislocati tra Bergamo e Brescia, provvedeva alla propaganda religiosa di stampo radicale volta all’indottrinamento dei fedeli, anche destinati al martirio (sathi).

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“Le donne infedeli catturate nella jihad (guerra santa) sono delle prede e dunque i mujahidin (i combattenti) possono farne quello che vogliono”, predicava Hafiz Muhammad Zulkifal, 43 anni, imam e formatore coranico tra Bergamo e Brescia.

L’imam di Bergamo predicava e praticava la supremazia della sharia sulla legge secolare. In una intercettazione, infatti, si paragonava alle forze dell’ordine: “Faccio quello che fate voi! Fermate le persone che protestano con l’uso dei manganelli e cercate quelle persone che fanno dei lavori illegali. Anche noi facciamo la stessa cosa! Voi lavorate sotto le leggi dello Stato, mentre noi su quelle di Dio!”. E dopo aver ordinato e fatto eseguire l’omicidio di una coppia di connazionali, quasi certamente assassinati nel Bresciano nel 2011, aveva sostenuto “Abbiamo fatto una cosa santa per Allah e Allah ci ha protetti”.

Il 12 aprile c’è stata la sentenza a Sassari nei confronti di 11 imputati di terrorismo islamico, tra cui appunto Zulkifal, ritenuto il «capo spirituale» della strage al mercato di Peshawar nel 2009, in Pakistan, che costò la vita a 137 persone, oltre che di far parte di una cellula di Al Qaeda con base in Sardegna.

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La Corte d’assise ha però assolto dall’accusa di terrorismo e strage otto degli undici imputati (dieci pakistani e un afghano), cinque dei quali sono però stati condannati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, con pene che vanno dai quattro ai dieci anni di reclusione e multe da 25 mila a 80 mila euro. Una volta espiata la pena – evidenziava il dispositivo del Tribunale sardo – dovranno anche essere espulsi dall’Italia.

Per gli altri tre – tra cui l’ex imam di Zingonia Zulkifal – la Corte ha stralciato le posizioni e gli atti sono stati invece rimessi alla Procura che dovrà riformulare le accuse: nuovo processo.

Per Zulkifal proprio il pm della Direzione distrettuale antimafia di Cagliari, Danilo Tronci, aveva chiesto una condanna a 18 anni di reclusione per terrorismo e strage (chiesti anche 4 ergastoli per i presunti capibanda – i pakistani Sultan Wali Khan, Siyar Khan e Imitias Khan, e l’afgano Ridi Yahya Khan – e condanne tra i 6 e i 18 anni). Ora però la formulazione del capo d’imputazione dovrà essere modificata, come indicato dalla Corte d’assise, che ha però evidenziato come permangano delle prove dell’attività di finanziamento e direzione di gruppi armati per la progettazione di atti di terrorismo.

Un imputato, Ridi Yahya Khan, è stato invece assolto da tutte le accuse, anche quelle sull’immigrazione clandestina. Alla lettura della sentenza in aula erano presenti solo due degli undici imputati (tutti erano stati scarcerati per decorrenza dei termini): non c’era Zulkifal che attualmente vive monitorato nella bergamasca, a Pognano.

Al momento solo 6 degli 11 si trovano ancora in Italia, mentre gli altri 5 hanno fatto rientro in patria. Ora restano da conoscere le motivazioni della Corte in merito alle condanne e alle assoluzioni.




4 pensieri su “Imam Bergamo: “Donne cristiane sono nostre prede””

  1. La Giustizia Italiana….It is a joke really…. Perché non espellerli immediatamente dall’Italia invece di fargli passare vacanze gratis nelle nostre carceri a spese dei cittadini. Quei soldi spesi per mantenere loro il giudice potrebbe farli arrivare ai poveri Italiani che soffrono. Ma cazzo… scusate il termine ma un Salomone di giudice in Italia proprio non si trova?….E per quell’Imam di Bergamo. Donne Bergamasche non vi sembra sia ora che vi svegliate? Riunitevi organizzatevi e per cominciare andate nella moschea di questo individuo chiedergli solo di ripetere quello che ha detto e fargli rimangiare le parole se insiste . Nessun avviso la prossima volta. Signore donne Bergamasche non ditemi che avete paura di questi vigliacchi e della Polizia che potrebbe impedirlo o arrestarvi. E che arrestino tutte vediamo come vá a finire. Se non cominciate ad agire cosí in Italia sarete trattate come nei loro Paesi tipo afghanistan etc prima o poi é questo che volete? Se aspettate che la famosissima giustizia Italiana… faccia il suo corso accusando quest’individuo per le sue minacce allora avete perso giá da adesso

  2. Il problema è che le donne bergamasche in quanto tali non possono accedere, perché non velate ed infedeli. Vi ricordate che alcuni anni fa fu deciso di aprire le chiese ai musulmani per “un momento di preghiera interreligiosa assieme”, loro entrarono e le donne velate, ma loro sono stati reciproci?. No perché noi in quanto infedeli non possiamo contaminare i loro luoghi sacri.

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