Retata alla Caritas: il tesoro da 1 milione di euro con l’accoglienza

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Ancora particolari sulla retata alla Caritas di Bergamo: si indaga su 1 milione di euro incassato per accogliere i migranti. Sono stati sequestrati quasi 130mila euro in contanti!

Rendiamoci conto: solo a Bergamo, solo ad alcune coop legate alla Caritas, hanno 130mila euro in contanti come guadagno dal business dell’accoglienza. Le chiamano ‘onlus’.

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Novità sull’indagine sull’accoglienza dei migranti a Bergamo: la vicenda che riguarda da vicino una presunta associazione a delinquere che sarebbe stata finalizzata alla truffa aggravata, allo sfruttamento del lavoro, alla turbativa d’asta e all’inadempimento di contratti di pubbliche forniture – quella che potrebbe interessare anche, se non soprattutto, alcune modalità di gestione dell’accoglienza e che sfiora la diocesi lombarda ed altre realtà associative che dovrebbero essere molto vicine agli ambienti ecclesiastici – sembra destinata ad allargarsi.

Qualche giorno fa avevamo raccontato di come tre persone fossero finite agli arrestio domiciliari. Tra queste, c’è anche padre Antonio Zanotti, che nel recente passato era stato accusato anche di abusi sessuali. Ma ora è lecito supporre che l’ex consacrato possa non essere l’unico uomo di Chiesa coinvolto in un’indagine, questa sull’accoglienza, che interessa quasi 40 avvisi di garanzia. Le persone indagate, invece, sarebbero quasi il doppio rispetto a quelle che hanno ricevuto avvisi.

La novità principale, con ogni probabilità, è costituita dalla pubblicazione di alcune intercettazioni. Quelle che sono state riportate su Il Corriere della Sera: “Ma infatti gliela voglio fare proprio difficile, cioè nel senso che già non riusciranno a guardarla ma gliela faccio difficile, che dovranno impazzire”. A parlare sarebbe don Claudio Visconti, un sacerdote che a Bergamo ha gestito la Caritas diocesana. In numerose circostanze, una parte di Chiesa cattolica è stata accusata da coloro che preferiscono i confini e regole restrittive alle aperture erga omnes nei confronti di colori che cercano un futuro migliore sulle nostre coste. E certo non si può generalizzare, ma è chiaro che questa del bergamasco rischia di diventare una sceneggiatura metaforica in grado di coinvolgere una dialettica più ampia rispetto alle vicissitudini locali. L’accoglienza dei migranti, insomma, rappresenta di nuovo un tema di stretta attualità. E anche i partiti politici stanno dicendo la loro.

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Questa storia nasche da un’inchiesta portata avanti dal pm Fabrizio Gaverini, che starebbe indagando sulla possibilità che alcune voci di bilancio siano state “gonfiate” ad arte, su quella che i resoconti possano essere stati “acconciati” e su quella che persino i check out degli ospiti possano aver fatto di una strategia precisa. Saranno dunque le indagini ed i loro esiti a rispondere con certezza a quelle che per ora non possono che risiedere sul piano delle supposizioni. Ad aggravare il quadro contribuirebbe l’origine dei soldi in ballo: “fondi pubblici”, specifica la fonte sopracitata. Fondi che potrebbero non essere stati gestiti, per usare un eufemismo, in maniera troppo certosina. L’indagine riguarda tre realtà specifiche: la Caritas di Bergamo, la cooperativa Ruah e l’associazione Diakonia. La cooperativa Rinnovamento, invece, è quella che fa riferimento a Padre Zanotti. Sembra che gli organi deputati ad indagare abbiano scorporato le due inchieste. Una riguarda le prime tre sigle citate. L’altra soltanto Rinnovamento.

Dal fatto che le pietanze offerte nelle mense ai migranti fossero scadute alle operazioni che sarebbero state adottate utilizzando una parte dei 35 euro che spettano – com’è noto – quotidianamente per migrante, passando per le voci di bilancio che sarebbero state “sistemate” in funzione di interessi che però hanno bisogno di essere provati per poter essere definiti tali: non è facile districarsi nel campo delle accuse. Le intercettazioni, però, sembrebbero dipingere un meccanismo ben oliato. Chi indaga ha scritto quanto segue sul Visconti: “Controllava le dinamiche dell’accoglienza migratoria e la successiva gestione, riuscendo a condizionare le istituzioni al fine di ottenere vantaggi indebiti”. Infine qualche cifra: le migliaia di euro sequestrate dalla magistratura in via preventiva corrispondo a 126. I soldi che lo Stato avrebbe versato a mo’di rimborso nel solo novembre di due anni fa corissponderebbero a più di un milione d’euro.

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