Nigeriano omicida spezza gamba a poliziotto: ne manda 2 all’ospedale

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Ormai è un’abitudine. E come vedete dalla foto ormai è un’abitudine: braccia, gambe e, a volte, dita strappate a morsi.

ra carabinieri e poliziotti che non possono sparare, e nemmeno bloccare a terra dopo il caso Floyd, è una mattanza.

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Aggressione a due poliziotti. “Ieri intorno alle ore 11 circa un detenuto di nazionalità nigeriana condannato a 30 anni per omicidio, in osservazione psichiatrica, ha aggredito due poliziotti penitenziari”. I poliziotti, ovviamente, non possono difendersi, sennò è razzismo. E se il nigeriano muore, le sardine fanno oh.

A renderlo noto è Domenico Nicotra, segretario generale aggiunto dell’Osapp. “I due colleghi sono stati aggrediti dopo averlo invitato a prendere la terapia necessaria, per tutta risposta li ha mandati in ospedale, uno probabilmente ha una gamba rotta a seguito di un calcio”.

“La situazione delle aggressioni da parte di detenuti che dovrebbero essere in ospedali psichiatrici, sta diventando insostenibile”, continua Nicotra, “in quanto questi detenuti avrebbero necessità di cure e attenzioni diverse da quelle fornite negli istituti di pena. Attendiamo da tempo che le Rems da parte della Regione siano attivate, ma ad oggi ancora nulla”.

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“L’aggressione di Pagliarelli si somma a quella avvenuta a Roma Rebibbia, dove un detenuto ha staccato la falange ad un agente e nei giorni socrsi a Santa Maria Capua Vetere un intero reparto è stato preso in mano dai detenuti. I colleghi sono stati aggrediti e mandati in ospedale”, conclude Nicotra. “Prosegue da parte dei colleghi di Palermo Pagliarelli la solidarietà verso i poliziotti penitenziari in servizio a Santa Maria Capua Vetere, attraverso l’astensione totale dalla mensa di servizio che ordinariamente al giorno eroga più di 200 pasti”.

Dopo l’ennesikma giornata di follia e violenza nel carcere Pagliarelli di Palermo, con due appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria aggrediti da un detenuto, è ferma la denuncia della Segreteria Nazionale della Sicilia del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE.

“Speriamo finisca presto questo massacro nei confronti della Polizia penitenziaria, anche con strumenti idonei per garantire l’incolumità degli Agenti. Servono, e il SAPPE lo rivendica da tempo – inascoltato dalle istituzioni deputate ad intervenire – urgenti provvedimenti per fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, strumenti come quelli in uso a Polizia di Stato e Carabinieri, ossia pistola “taser” e spray al peperoncino”, denuncia il Segretario nazionale della Sicilia Calogero Navarra.

Donato Capece, segretario generale del SAPPE che oggi era davanti al carcere di S.Maria Capua Vetere in una manifestazione di solidarietà agli Agenti del carcere, esprime vicinanza ai colleghi di Pagliarelli a Palermo e denuncia: “quel che è accaduto, di una violenza inaccettabile, ci ricorda per l’ennesima volta quanto sia pericoloso lavorare in un penitenziario.

Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato.

Rinnoviamo, alla luce del grave fatto accaduto a Pagliarelli, la richiesta di un incontro con i vertici del Ministero della Giustizia e dell’Amministrazione Penitenziaria per affrontare gli eventuali interventi da adottare, come ad esempio proprio le tutele da assicurare al personale in servizio”.




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