Ventimiglia assediata dai clandestini, il sindaco: sono fuori controllo

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“Risse e accampamenti sono ormai all’ordine del giorno: qui si rischia un nuovo far west. Una situazione inaccettabile sia dal punto di vista sanitario che sotto il profilo della sicurezza pubblica. Occorre un’azione immediata e preventiva per evitare che il fenomeno dilaghi e che si perda il controllo della situazione”.

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A parlare è il sindaco di Ventimiglia Gaetano Scullino per la ripresa dei flussi migratori al confine con la Francia. Sbarcano a Lampedusa e i nostri eroi li traghettano prima in Sicilia e poi in qualche hotel sul continente.

Riappaiono così i fantasmi del 2015, quando centinaia di stranieri, soprattutto africani, invasero la scogliera dei Balzi Rossi, vicino alla frontiera di Ponte San Ludovico e successivamente allestirono accampamenti lungo la foce del fiume Roya, nel sagrato della chiesa delle Gianchette e sulla spiaggia.

“Dopo la chiusura del campo per problemi sanitari e, quindi, il divieto di nuovi ingressi – spiega il primo cittadino – si stanno creando assembramenti in più parti della città, con accampamenti improvvisati in spiaggia, nell’area della stazione ferroviaria, nei casermoni dell’ex scalo merci, alle Gianchette, sotto i ponti della ferrovia e lungo l’argine del fiume Roja”. A preoccupare Scullino sono soprattutto le scarse condizioni igieniche e “l’alto rischio di ricadute negative per la popolazione, visto che di giorno queste persone girano senza una meta”.

Il Prefetto di Imperia, Alberto Intini, era stato chiaro e aveva ribadito, pochi giorni fa, l’impossibilità di riaprire il centro di accoglienza del Parco Roya, a fronte dell’emergenza sanitaria da Coronavirus. Il rappresentante di governo aveva sottolineato che ciascun nuovo ospite avrebbe dovuto essere sottoposto a un regime di quarantena, ma non essendoci spazi sufficienti, si era reso necessario “blindare” la struttura. “Fermo restando che gli ospiti del centro possono uscire per una passeggiata – aveva dichiarato il prefetto – devono comunque rientrare per i pasti e per la cena, altrimenti restano fuori”.

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Rimandarli a casa loro? Non se ne parla.

“Abbiamo avuto anche casi estremi – attacca il sindaco – come quello di uno straniero con problemi psichiatrici che alcune notti fa ha appiccato il fuoco a delle sterpaglie, forse nel tentativo di scaldarsi, non potendo accedere al campo per aver trascorso più di una notte fuori. Senza contare le risse, tutte documentate: sul lungomare, in stazione, davanti ad alcuni stabilimenti balneari e per le strade del centro”.

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