Patente di antirazzismo: così le multinazionali pagano il pizzo a BLM

Vox
Condividi!

Forbes spiega che varie corporation americane cercano esperti di «equità razziale». In Italia operano già organizzazioni che forniscono bollini rosa e arcobaleno. Chi non si omologa al pensiero unico è tagliato fuori.

Forbes spiega che varie corporation americane cercano esperti di «equità razziale». In Italia operano già organizzazioni…

Posted by La Verità on Sunday, June 14, 2020

Molte grandi società, pur di non essere molestate da campagne di smerdamento sui social da parte di organizzazioni paramafiose, e venire tacciate di ‘razzismo’, si piegano e pagano il pizzo.

E’ lo stesso procedimento di organizzazioni che fanno del terrorismo digitale il loro modus operandi, come i teppisti digitali di Sleeping Giants, che minacciano le società che fanno pubblicità su siti e in programmi scomodi avversi al regime multietnico, fino a che, terrorizzate, queste non si piegano ritirando la pubblicità.

Vox

Ultimamente è successo a Tucker Carlson su FoxNews.

In Italia, a rappresentare questo teppismo digitale violento e tipico dei perdenti, è il venezuelano Puente.

Un paio di anni fa molestarono Google attraverso i buoni uffici di Boldrini per togliere la pubblicità da Vox. Noi, ovviamente, preferimmo rinunciare alla pubblicità piuttosto che piegarci alle richieste di ‘moderazione’.

Questi deficienti, in una tipica proiezione della propria psicologia, pensavano che, come altri siti nati per fare soldi, senza pubblicità avremmo chiuso.

Ma al di là di noi, questa è una potente arma di pressione per limitare la libertà su internet. Se tagli i fondi, il 99 per cento dei siti chiude. E le voci si spengono.

Però, siccome sono poco intelligenti, non hanno calcolato una cosa: in un mondo darwiniano, chiudono solo quelli nati per fare soldi, gli estremisti restano. E diventano più grossi. E anche più estremisti.




5 pensieri su “Patente di antirazzismo: così le multinazionali pagano il pizzo a BLM”

I commenti sono chiusi.