E’ nato a Martigny (Svizzera) dove vive con un permesso di soggiorno, non parla italiano e in Italia non ha alcun legame familiare o sociale. Tuttavia un giovane di 22 anni originario del bel paese e privo di nazionalità elvetica, dopo l’ultima condanna per traffico di droga, sarà espulso verso l’Italia.
“L’integrazione in Svizzera non è riuscita”, e l’uomo “costituisce una seria minaccia per l’ordine e la sicurezza pubblica”, ha sentenziato il tribunale federale, la più alta autorità giuridica del paese, rinviando la decisione sulla durata del divieto di rientro (da cinque a 15 anni) al tribunale cantonale del Vallese.
Si presume sia italiano, anche se l’articolo non lo chiarisce. Quindi giusto: ad ognuno i suoi criminali, che se nati altrove mica diventano altro. Non è che un pinguino nato in un pollaio diventa un pollo.
Qui non credo si debba parlare di integrazione. Gli svizzeri italiani sono lombardi tout court. La cittadinanza è un pezzo di carta legale, questo anche se si chiamasse Brambilla è un criminale merdoso, e poi chiamarlo ‘uomo’ a 22 anni, insomma.. Diciamo che è un giovanotto che meriterebbe qualche calcio in culo dal padre, o da un adulto che ne faccia le veci se il padre non lo fa. E magari picchia anche il padre se lo difendesse, questo sarebbe il massimo.