“Bimba italiana di 9 anni morta per 3 tunisini ubriachi: ma non si può dire” – VIDEO

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La denuncia:

Jessica Galantino, 9 anni, non è una "vittima della strada", ma della criminalità. Però, siccome sono coinvolti degli immigrati, non si può, anzi, NON SI DEVE DIRE

Posted by La Voce dell'Insorgenza on Monday, June 8, 2020

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La cronaca dal giornale locale. Il padre della piccola, unico sopravvissuto della strage, è indagato. La bimba non aveva la cintura. I nordafricani, che avevano bevuto, sono morti.

Alexandra è piegata sul corpo della sua bambina. Non smette di urlare, mentre lo stringe. Jessica Galantino è sull’asfalto. I soccorritori hanno appena smesso di tentare di rianimarla. Nove anni, capelli lunghi e castani, Jessica viveva con la mamma e le due sorelle a Pegola di Malalbergo. Lei, la vittima più giovane e innocente della strage che l’altra notte ha insanguinato Amola di Crevalcore, probabilmente non indossava la cintura. E, dalle prime verifiche della municipale di Terre d’Acqua, era seduta davanti.

La cronaca di una tragedia inizia pochi minuti prima delle 21. Quando Yosri Souaieh e Yasser Souaieh, gemelli di 21 anni residenti nel Modenese, e Nadhem Ben Belgacem, 20 anni, di Sant’Agata, tunisini, arrivano al Robby Bar della frazione tra Crevalcore e San Giovanni in Persiceto. Hanno già bevuto abbastanza, stando a quanto raccontano i testimoni. “Mi hanno chiesto di cambiare cento euro usando il bancomat, che io però non ho. E allora sono andati via, salvo poi tornare dopo un quarto d’ora, dicendo che avevano perso qui 10 euro”, racconta la titolare Loredana Battagin. “Capito che erano un po’ alterati, li abbiamo invitati a uscire – continua –. Fuori hanno tentato di rubare il cellulare a un cliente, che gli ha detto di fare i bravi e andarsene. E poi è stato, in un attimo, il disastro”.

I tre ragazzi sono saliti a bordo di una Peugeot e, senza neppure guardare, si sono immessi sulla provinciale. In quel momento, arrivava a tutta velocità la Bmw con a bordo la piccola Jessica e il compagno della mamma, Roberto Ariu di 51 anni, di Crevalcore. L’impatto è stato devastante: i tre ragazzi sono morti sul colpo, nella macchina ridotta a un cumulo di lamiere. La bambina è schizzata fuori dal finestrino, finendo sull’asfalto. In mezzo al terribile schianto, è finito anche Mario Marchesini, 69 anni: era seduto fuori dal bar ed è rimasto schiacciato tra le fioriere e il muro. Alle 21, sulla strada c’erano quattro lenzuoli bianchi, a coprire i corpi dei ragazzi e della bimba, e due feriti: il conducente della Bmw, adesso in rianimazione in prognosi riservata; e Marchesini, trasportato anche lui al Maggiore, in terapia intensiva, non in pericolo di vita.

Roberto Ariu, l’unico rimasto vivo tra le persone nelle auto, come da prassi è stato indagato per omicidio stradale. Quello che resta, di fronte al Robby Bar, sono i resti delle fioriere in frantumi e un mazzo di rose, portato per ricordare quella piccola anima e i tre ragazzi, poco più che adolescenti. I due gemelli erano cresciuti a Sant’Agata, dove la famiglia, adesso piegata dal dolore, gestisce una pizzeria. Qualche tempo fa si erano trasferiti a Nonantola, nel Modenese. A Pegola, fuori dalla villetta a schiera dove abitava la piccola Jessica, c’è uno striscione. “Andrà tutto bene”, c’è scritto. Crudele ironia del fato. Nella casa non c’è nessuno. La mamma, sotto choc, ieri sera è stata sedata, mentre i parenti paterni, straziati dal dolore, stanno arrivando dalla Calabria. Di Jessica resta il sorriso, immortale in un video mentre canta su Instagram. E un vasetto, poggiato sul muro del cortile, con la firma a pennarello della bambina e un cuoricino. Il resto, è silenzio e dolore.




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