Trieste istituisce la vera Festa della liberazione: dall’occupazione slava

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Trieste, via libera in giunta alla delibera che istituisce la data del 12 giugno come solenne ricorrenza della città con la denominazione di “Giornata della Liberazione della Città di Trieste dall’occupazione jugoslava”.

La giornata intende commemorare il 12 giugno del 1945. In quella giornata le truppe del IX Korpus del cosiddetto Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia (EPJ), che il 1° maggio avevano occupato Trieste proclamandone l’annessione alla Jugoslavia comunista, si ritirarono.

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Nella delibera si cita anche la motivazione della concessione della Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Città di Trieste che, si ricorda, a causa della “durissima occupazione straniera subiva con fierezza il martirio delle stragi e delle foibe non rinunciando a manifestare attivamente il suo attaccamento alla Patria…”.

Senza dimenticare le città che non furono liberate e che sono tuttora sotto occupazione slava. Per citarne due: Fiume e Pola

E che oggi, Trieste è occupata da altri soggetti: i clandestini che ogni giorno attraversano la frontiera.




2 pensieri su “Trieste istituisce la vera Festa della liberazione: dall’occupazione slava”

  1. “Senza dimenticare le città che non furono liberate e che sono tuttora sotto occupazione slava. Per citarne due: Fiume e Pola”: appunto, queste non furono affatto liberate, anzi su richiesta della Francia furono assegnate alla Jugoslavia ai trattati del 1947.

    Non servì a niente all’Italia cambiare alleato di guerra l’8 settembre 1943, fu trattata comunque come paese sconfitto, altro che cobelligeranza con gli Alleati.

  2. Torneremo Werner, abbi fede, abbiate fede patrioti d’Italia. Hanno provato ad annientare l’idea stessa d’Italia dopo la caduta del regno longobardo, il cui re era Rex Totius Italiae, Re di Tutta Italia, ma nonostante mille anni di tentativi non ci sono riusciti ed anzi, come Cristo, essa è Risorta.
    E non importa se non vedremo compiersi i fatali destini nel corso delle nostre vite, generazioni su generazioni di italici hanno mantenuto accesa ed alta la fiaccola dell’italianità nonostante vissero in tempi oscuri, vessati da tiranni e traditori interni e da potenze straniere che deturpavano con i loro eserciti le nostre contrade, l’uomo è mortale, ma non il suo spirito di libertà e giustizia.

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