“Nei campi non c’è lavoro per tutti”: migliaia di italiani esclusi perché Bellanova preferisce i marocchini

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Sono migliaia le domande degli italiani per lavorare nei campi: smentito il luogo comune secondo cui i nostri connazionali non vogliono fare i braccianti. Ma i posti per loro sono sempre di meno

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Ad oggi sono circa 24mila gli italiani che hanno presentato domanda per lavorare nel comparto agricolo. Ex commessi, camerieri, tanti laureati: ma anche lavoratori nel comparto turistico e impiegati.

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Un esercito di italiani pronti a «sporcarsi le mani» e smentire quell’odioso luogo comune autorazzista (e razzista-schiavista anche verso gli immigrati, a voler ben vedere) dei «lavori che non vogliamo più fare». Insomma, la crisi economica ci ha fatto riconsiderare l’opzione dell’onesto lavoro nei campi. Ma purtroppo non c’è posto per tutti. Nel frattempo fioccano le domande: Ne sono giunte circa 12mila, da parte di italiani, su Agrijob, la piattaforma di Confagricoltura, mentre Jobbing Country – è il sito della Coldiretti – ne ha registrate 9.500. La Cia invece circa duemila, Humus Jobs almeno 700.

Sempre più chiare le menzogne di Bellanova. Nessun bracciante clandestino verrà regolarizzato. Ci sono anche troppi gli italiani che vogliono lavorare nei campi:

I 600mila clandestini sono tutto fuorché braccianti. Molti sono gli spacciatori della mafia nigeriana.




2 pensieri su ““Nei campi non c’è lavoro per tutti”: migliaia di italiani esclusi perché Bellanova preferisce i marocchini”

  1. Chissà che ci trova nei neri visto che se lo è pure sposato uno… Saranno le misure o la diversità di cultura? Tanto solo uno di colore se la poteva sposare un cesso così.

  2. Roberto Santini non dire stupidaggini.
    Serve gente per guidare i trattori? Serve la laurea?
    O forse perché non vogliono lasciarsi utilizzare come bestie che poi si possono lasciare a casa?
    Imprenditori del piffero che vanno avanti con la meccanizzazione di venti anni fa.
    .

I commenti sono chiusi.