Scatenati, nigeriano violenta un’altra infermiera a Torino

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“Aiuto, aiuto, mi sta violentando!”. Domenica mattina una ragazza, venticinquenne, si getta sotto le macchina della Polizia per chiedere aiuto; indica un giovane di colore poco distante, piangendo, e dice: “E’ lui! È lui!”. Il soggetto, un ventitreenne, il solito nigeriano, alla vista dei poliziotti tenta la fuga, ma viene fermato nonostante un tentativo di resistenza.

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Un’altra infermiera violentata dopo quella di Napoli – Quella mattina si stava recando al lavoro presso una struttura sanitaria del quartiere San Donato, l’africano le blocca il passo e le dice, senza mezzi termini, di voler consumare un rapporto sessuale con lei.

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La giovane si allontana impaurita, ma l’africano la segue. Pochi passi e le afferra la borsetta, mette le mani dentro e prende il portafogli; la giovane allora fugge: ma viene raggiunta e strattonata e ancora una volta le dice di voler avere un rapporto con lei. La vittima fa finta di acconsentire: è uno stratagemma per prendere tempo. Dice infatti al suo aguzzino di avere vergogna a farlo così in mezzo alla strada e che lo condurrà in un giardino poco distante. Durante il tragitto l’uomo la palpeggia e tenta ripetutamente di baciarla. Arrivati in corso S. Martino, la vittima si avvede della presenza di una Volante della Polizia di Stato, si divincola dal cittadino nigeriano e si lancia verso l’auto.

Gli agenti fermano lo straniero. Negli Uffici della Squadra Volante, il soggetto si scaglia inoltre violentemente contro due agenti intenti a redigere gli atti. Pertanto, è stato arrestato per violenza sessuale, rapina, resistenza e lesioni a P.U.




4 pensieri su “Scatenati, nigeriano violenta un’altra infermiera a Torino”

  1. Non tutte le donne sono prostitute, la maggior parte di noi rifugge da qualsiasi violenza, italiana o straniera, sono loro che nella propria bestialità continuano a giocare a preda e cacciatore, perché nei loro paesi usa così e qui vogliono che ci adattiamo ai loro usi. Io non ci sto e come me tantissime donne italiane e straniere, diciamo no ad essere considerate I loro oggetti sessuali.
    Il problema è che le forze dell’ordine non possono fare più di tanto perché rischiano accuse di razzismo ed i magistrati comunisti, trovano una miriade di cavilli per costringere le vittime a fare più ricorsi, chi ha soldi va avanti con il processo,.gli altri cedono il passo .
    Ecco il famoso stile di vita boldriniano, uno stile di vita che nemmeno a sua figlia lo proporrebbe, ma lo fa subire a noi. Tutta questa gente non sta qui per andare a lavorare, ma per delinquere. La ministra Bellanova, dovrebbe piangere per tutto il caos che viene e che verrà. 😠😠😠😠😠😠😠😠

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