L’audizione di oggi al Senato di Giuseppe De Donno, primario di pneumologia all’ospedale di Mantova. Parla della terapia con il plasma iperimmune:
L'audizione di oggi al Senato del prof. Giuseppe De Donno, primario di pneumologia all'ospedale di Mantova che tutti noi abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare, è un documento eccezionale, sono 30 minuti spesi bene. Guardatelo e diffondetelo, perché di certo non lo vedrete nei telegiornali. Il plasma FUNZIONA!
Posted by Matteo Salvini on Thursday, May 14, 2020
Non è tutto ora quel che luccica. Intanto il plasma è una terapia introdotta già a gennaio dalla Cina, come praticamente tutto quello di cui abbiamo sentito parlare, tranne il remdesivir, e quindi da guardare con un certo sospetto, quantomeno. In seconda battuta usare il plasma ha anche molti contro. Dallo choc anafilattico alle potenziali infezioni, le più note possibili sono epatite ed hiv ma ce ne sono una marea di batteriche opportunistiche, soprattutto in pazienti ospedalieri che se vanno iniettati in pazienti già compromessi li ammazzi, altro che coronavirus. In effetti il plasma andrebbe adoperato solo come ultima risorsa per pazienti critici, non certo come ‘cura’ convenzionale per tutti, nemmeno per chi viene ospedalizzato.
Ma infatti caro Marte il metodo del plasma ha il limite che ad ogni mutazione del virus richiede nuovi donatori tra nuovi malati appena guariti… insomma non se ne esce più.
Perchè Salvini sponsorizza solo il metodo del plasma e non parla di altri ben più efficaci?
Il grande Meluzzi ricorda a tutti i successi dell’idroclorochina (all’inizio io stesso ero basito, ma effettivamente i casi dimostrano che funziona!).
Montanari e molti altri raccomandano la terapia dell’ozono e l’acido ascorbico via endovena.
Ma nono esiste partito in Italia che li ascolti.
Mi sa che quando Trump verrà a sistemare le cose da noi dovrà fare molta pulizia anche nelle opposizioni.
comunque io non prenderei mai la idrossiclorichina
in alternativa, semmai l’ozono o la artemisia annua
Ho la sensazione che quando uno si ammala finisca nell’ospedale più vicino e le terapie che gli vengono somministrate vengono scelte dal medico di turno, non credo che il paziente più o meno cosciente venga interpellato sulle cure che amerebbe gli fossero fatte, tantomeno i parenti che di solito si limitano ad annuire.