Silvia Romano ha preso il nome della bimba di 9 anni “sposata” da Maometto

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‘Sposata’ è un eufemismo. E’ chiaramente stata vittima di qualcosa che non comprendiamo, e poi della smania di protagonismo di Conte e Di Maio.

Silvia Romano, in un’ulteriore offesa alla dignità femminile, ha adottato il nome musulmano di Aisha.

Il nuovo nome Aisha è lo stesso di Aisha bint Abi Bakr, figlia di Abu Bakr, primo califfo dell’Islam, che Maometto sposò, all’età di 6 anni, nell’anno 623. E aveva 9 anni al momento della prima consumazione: insomma, il loro ‘profeta’ l’ha stuprata bambina. Ed è proprio da questo stupro che la sharia fa discendere il permesso di sposare delle bambine.

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Il suo nome è molto popolare tra i battaglioni femminili di invasate in Siria, tanto che tra i più noti c’è stato anche “La nostra madre Aisha”.

Vittorio Sgarbi non l’ha presa bene: “Se mafia e terrorismo sono analoghi, e rappresentano la guerra allo Stato, e se Silvia Romano è radicalmente convertita all’Islam, va arrestata (in Italia è comunque agli arresti domiciliari) per concorso esterno in associazione terroristica. O si pente o è complice dei terroristi”, ha scritto su facebook.

Non siamo d’accordo. E’ vittima. Prima dei terroristi afroislamici e poi di Conte-Di Maio. Anche la sua conversione, per quanto lei asserisca sia ‘volontaria’, non lo è.