Aiuti UE: 1 morto italiano vale 1/10 di 1 morto tedesco

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La Direzione generale della concorrenza della Commissione europea ha autorizzato finora circa 1.900 miliardi di euro di aiuti da parte degli Stati membri alle proprie aziende per far fronte all’ emergenza pandemica da coronavirus.

Al 30 aprile erano state autorizzate 127 misure nazionali, per 26 Stati membri più il Regno Unito.

E il 52% degli aiuti fin qui approvati riguarda la Germania. Quasi mille miliardi di euro.

Italia e Francia si devono accontentare del 17% degli aiuti autorizzati, cioè di appena 320 miliardi a testa. Il Regno Unito è fermo al 4%, il Belgio al 3%. Gli altri non arrivano neppure alla soglia del 2% degli aiuti complessivi. E tra questi ultimi rientra anche la Spagna, uno dei Paesi europei più colpiti dal Covid-19 assieme all’Italia.

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Il governo tedesco, ancora una volta, ha usufruito di una sorta di ‘‘corsia privilegiata’‘ con la quale ha ottenuto un trattamento di cortesia a dir poco sproporzionato se raffrontato a quello toccato agli altri Paesi membri.

Il rischio di un simile meccanismo è che la crisi sanitaria simmetrica possa provocare una crisi economica asimmetrica, con Paesi avvantaggiati e altri lasciati al proprio destino, ma soprattutto con un mercato distorto. Con il rischio, che è una certezza, che che alcuni Stati possano ricoprire di soldi le proprie imprese, rafforzandole rispetto alle aziende di altri Paesi.

In mezzo ano scenario del genere nazioni come la Germania continuano a godere di vantaggi piuttosto evidenti.

L’Italia ha avuto circa 4 volte più morti della Germania per coronavirus, almeno ufficialmente. Ma ha avuto il via libera ad 1/3 degli aiuti di Stato. Fanno pari con la dimensione delle due economie, significa che per la Ue un morto italiano vale 10 volte un morto tedesco.




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