Vescovi rifiutano di riaprire le chiese per non offendere Conte che li rifornisce di immigrati

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Ha ragione l’arcivescovo Viganò: alla Chiesa interessa la fornitura senza fine di ‘negri’ per alimentare il business. E chissà anche cos’altro.

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Fino a che Conte garantirà loro questo flusso di carne fresca, può valer bene una messa.

Non si possono leggere in altro modo i dietrofront dei vescovi dopo la presa di posizione dura successiva all’ultimo DPCM.

Il cardinale Bassetti, presidente dei vescovi italiani, esprime «soddisfazione» per il piano concordato con l’esecutivo sulla riapertura delle celebrazioni liturgiche ai fedeli. Governo e Cei hanno raggiunto un accordo di massima sulle messe, a cui i fedeli potranno di nuovo partecipare probabilmente a fine maggio. Che poi era quanto già prevedeva l’ultimo DPCM.

Addirittura, questi ex sacerdoti di Cristo, arrivano a rifiutare la riapertura prevista dal governatore Solinas in Sardegna: il governatore ha fato il via libera da lunedì, ma loro frenano!

Dopo il duro comunicato di protesta inviato domenica scorsa 26 aprile a seguito del decreto del premier Giuseppe Conte, stasera una nota del capo della Conferenza episcopale italiana esprime delirati toni di sollievo e pacificazione «per essere arrivati a condividere le linee di un accordo, che consentirà, nelle prossime settimane, sulla base dell’evoluzione della curva epidemiologica, di riprendere la celebrazione delle Messe con il popolo». Questo significa che, «probabilmente entro la fine del mese», si potrebbe tornare a tutte le liturgie.

Insomma, nulla è cambiato ma loro sono soddisfatti. Il motivo è evidente: ‘negri’ in quantità. E’ l’unica cosa che conta per loro e il loro boss, Bergoglio.

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In questo clima assurdo, a mettere in crisi i vescovi la Sardegna, dove la Chiesa avrebbe potuto accelerare visto che il governatore Christian Solinas ha dato l’ok già dal 4 maggio.

Siamo al grottesco. Rifiutano di celebrare messa per non mettere in crisi chi li rifornisce di clandestini. Non è più la Chiesa di Cristo, ma di Giuda.

Il ringraziamento di Bassetti «va alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con cui in queste settimane c’è stata un’interlocuzione continua e proficua. Questo clima ha portato un paio di giorni fa a definire le modalità delle celebrazioni delle Esequie, grazie soprattutto alla disponibilità e alla collaborazione del ministro dell’Interno e del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione». Nel contempo, «un pensiero di sincera gratitudine mi sento in dovere di esprimerlo al Ministro della Salute e all’intero Comitato tecnico-scientifico – prosegue il Cardinale – questa tempesta, inedita e drammatica, ha posto sulle loro spalle un carico enorme in termini di responsabilità».

Bassetti questa mattina è stato ricevuto in Vaticano da papa Francesco, con cui avrebbe parlato anche della situazione della Chiesa in vista della «fase 2».

Bergoglio nella Messa del mattino a Casa Santa Marta ha pregato «per i governanti che hanno la responsabilità di prendersi cura dei loro popoli in questi momenti di crisi: capi di Stato, presidenti di governo, legislatori, sindaci, presidenti di regioni…». E ha citato un detto argentino: «Non si cambia il cavallo» mentre si guada un fiume. Quindi «nei momenti di crisi è il momento della perseveranza e della fedeltà a Dio». Molti hanno letto in questa frase un appoggio al caudillo Conte.

Un delirio.

E’ tempo di abbattere il cavallo.




2 pensieri su “Vescovi rifiutano di riaprire le chiese per non offendere Conte che li rifornisce di immigrati”

  1. Al cambio di cavallo che “non s’ha da fare” si riferivano unicamente a quello che conte avrà vergato in una missiva al pontefice, ricordandogli che salvini aveva intenzione di far pagare loro le tasse, uno spauracchio mica da poco considerando i miliardi che sarebbero entrati nelle casse dello stato a nostro beneficio. Le proprietà immobiliari del clero sono immense e se il leader leghista avesse scelto di far pagare su quei beni anche la tassa sui rifiuti…

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