Il “corridoio” tedesco verso la Croazia per mettere in ginocchio il turismo italiano

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Già a metà aprile il premier ceco Andrej Babis e il suo omologo croato Andrej Plenkovic hanno discusso i termini di un’intesa per predisporre un “corridoio aereo turistico” tra i due Paesi per la prossima estate. Ma il piano, che prevede la sottoscrizione di una serie di accordi tra gli Stati meno colpiti dal virus, per stabilire collegamenti diretti con le mete turistiche “Covid safe” e salvare la stagione, sembra piacere anche a Vienna e Berlino.

Nei giorni scorsi il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, ha annunciato di aver discusso proprio con Plenkovic “un approccio coordinato sulla riapertura del settore turistico nei rispettivi Paesi”. Un tema, quello del turismo, che, come riferiscono diversi media locali, è stato affrontato dal capo del governo di Zagabria anche con altri leader europei, compresa la cancelliera tedesca, Angela Merkel.

Per fare concorrenza ad Italia, Francia e Spagna, tra le mete più amate di sempre per le vacanze estive, i Paesi mitteleuropei puntano su due fattori. Il primo è quello della prossimità geografica: sono tutti vicini, e quindi raggiungibili anche con mezzi privati, riducendo al minimo il rischio contagio. Il secondo è quello della bassa incidenza del virus all’interno dei propri confini. “La Croazia ha messo in campo delle misure stringenti e tempestive per combattere il virus, ed è stata una decisione che ha dato i suoi frutti”, ha scritto la Bild in un articolo pubblicato sabato scorso, in cui si suggerisce ai tedeschi di scegliere la Croazia per “salvare le ferie”.

Ma il progetto di creare un’area turistica “a circuito chiuso” per ridurre al minimo il rischio dei contagi e salvare la stagione, troverebbe conferma, secondo Europa Today, anche nelle dichiarazioni del ministro del Turismo croato, Gari Cappelli, che al vertice di lunedì con gli omologhi europei ha ammesso che “è stata discussa la possibilità di istituire corridoi turistici”, previo ok degli esperti per la riapertura delle frontiere.

Una prospettiva destinata, però, a sollevare non poche polemiche. “Mentre in Italia si continua a ritardare il ritorno alla normalità e si discute di spiagge con barriere in plexiglass Repubblica Ceca, Austria e Croazia sono al lavoro per riaprire le frontiere e costruire con la Germania un corridoio turistico a circuito chiuso per far sì che questa estate i loro cittadini trascorrano le vacanze all’interno di questi territori”, attacca Vincenzo Sofo, eurodeputato leghista che conferma come la questione sia finita sul tavolo della riunione dei ministri del Turismo dei 27.

Il rischio, per il parlamentare europeo è quello di un “contraccolpo pesantissimo per il settore turistico italiano, che già ha subito il danno peggiore in termini di spesa turistica, facendo segnare nel mese di marzo un crollo di oltre il 90% a fonte di una media europea che si aggira attorno al 65%”. “Ad essere colpiti, in particolare, come hanno già evidenziato l’assessore regionale del Veneto Caner e l’eurodeputata Rosanna Conte, sarebbero il nostro nord-est e la costiera adriatica”, va avanti Sofo che chiede al governo italiano di battere i pugni sul tavolo e mettere in campo una “controstrategia”.

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La proposta è quella di indirizzare i turisti europei verso le spiagge di Sicilia, Puglia e Calabria. “Le regioni del Sud Italia non sono state particolarmente colpite dall’epidemia e quindi potrebbero essere proposte come destinazioni di corridoi turistici tanto quanto i paesi dell’Est Europa, utilizzando i famosi fondi di coesione liberati dall’Ue e in gran parte già originariamente assegnati al Mezzogiorno per accogliere i flussi turistici nel periodo estivo”. Per i territori più colpiti dal coronavirus, che saranno penalizzati dal punto di vista del turismo l’eurodeputato leghista chiede invece a Bruxelles un programma ad hoc “di sostegno post-emergenza” .

Il caso finisce in Parlamento
“Considerando che il turismo in Italia vale il 13% del PIL e oltre 4 milioni di occupati, e visto che circa il 25% del turismo internazionale ci arriva proprio da paesi come Germania e Austria – ragiona Sofo – è gravissimo il silenzio e l’inerzia del Governo di fronte a iniziative di partner europei che rischiano di infliggere al nostro Paese un colpo letale proprio in un settore che dovrebbe rappresentare una delle nostre principali leve di sviluppo”.

Alex Bazzaro, deputato dello stesso partito, parla invece di “concorrenza sleale all’interno del mercato unico”. “Sia l’Ue che l’Italia devono immediatamente intervenire ed impedirne subito la mesa in pratica”, attacca, annunciando di aver presentato sul tema un’interrogazione parlamentare al ministro degli Affari Europei, Vincenzo Amendola.

Avere un governo che ha trattato l’intero territorio nazionale come una ‘grande Lombardia’, dando all’esterno la sensazione di un’epidemia diffusa anche in zone dove non c’è, con sindaci e governatori invasati, non può che generare questo.

Come puoi pensare che un turista straniero prenoti in Italia dopo che hai dato l’immagine di un lazzaretto a cielo aperto e non prevedi di riaprire fino a giugno nemmeno in regioni dove il contagio è praticamente zero?

Comunque l’Italia può rispondere vietando il turismo all’estero per tutta la durata dell’emergenza. Anche perché, quest’anno, i movimenti turistici internazionali saranno comunque quasi nulli, qualunque cosa tu faccia.

E ricordiamoci come è finita la Spagna che voleva fregarci il turismo pasquale.




2 pensieri su “Il “corridoio” tedesco verso la Croazia per mettere in ginocchio il turismo italiano”

  1. Questa del corridoio che arriva alla Croazia mi sembra di averla già sentita qualche anno fa. Come si chiamava quel tipo? Ante qualcosa mi sembra.

  2. In riferimento a quanto discusso alcuni giorni fa con altri commentatori. La Dalmazia è italiana, o perlomeno dalmata di lingua e cultura latina vicinissima all’italiana.
    E sull’Istria e le Alpi Giulie non ne parliamo proprio.
    Non importa siano state colonizzate da croati o sloveni. Se domani ci saranno pezzi d’Italia al 100% abitati da nigeriani, significherà che ci sono territori occupati, non territori che non sono più italiani ormai e quindi lasciamo perdere, riduciamo l’Italia. No, riduciamo gli invasori. A più miti consigli.

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