Ilaria Leone venne orribilmente stuprata. E’ morì soffocata dal suo stesso sangue dopo un pestaggio brutale, sottoposta a una violenza ripetuta e prolungata. Furono questi i risultati dell’autopsia sul suo povero corpo, straziato la notte tra l’1 e il 2 maggio del 2013 a Castagneto Carducci, nel Livornese.
A massacrarla fu Ablaye Ndoye, senegalese di 34 anni. L’immigrato era già stato condannato a 5 mesi di galera con la condizionale per furto, violenze e risse (aveva minacciato una persona armato di un’ascia) ed era stato raggiunto – si fa per dire – da tre decreti di espulsione mai eseguiti.
La vendetta è l’unica forma di giustizia. E quante Ilaria dovranno morire, prima di vedere i rimpatri di massa? Prima che i giudici della Cassazione la smettano di spalancare le porte davanti all’invasione?
Il 26 maggio è necessario un voto a valanga.
Italiani continuate a fare i pecoroni….
Mi spiace dirlo, ma la colpa è anche delle stesse vittime. Le nostre ragazze devono smetterla di rivolgere troppo facilmente la parola ai maschi africani e arabo-islamici, e purtroppo lo fanno perché pensano siano “persone come noi”. Che è quello che gli mettono in testa la scuola sessantottina che abbiamo con gli insegnanti sinistroidi (soprattutto di lettere), e la televisione con i suoi contenuti spazzatura.
Invece non hanno capito, che poiché gli islamici provengono da zone in cui la sessualità è fortemente repressa dalle leggi dello Stato e del Corano, e gli africani invece da zone in cui vi è una sessualità estremamente compulsiva e disordinata, per loro basta che una ragazza bianca gli rivolge la parola, si mettono in testa che ci sta e devono scoparla. Quindi i casi Ilaria, Pamela, Desireé, ecc., sono una conseguenza.