«Assurdo vendere le mascherine a 50 centesimi: così si distrugge la filiera italiana, a vantaggio dei produttori cinesi low cost”. Dice il noto stilista Mirco Giovannini, 52 anni, consulente per diverse aziende e grandi Maison del lusso, come Emi maglia spa, Versace, La Perla e Jean Paul Gaultier, e che ha lanciato un suo brand, Flò Sophie, linea di moda che porta il suo nome.
Giovannini, dopo il blocco imposto dai decreti, ha riconvertito i suoi laboratori, tra cui quello di Cuccurano e Pergola, nella produzione di mascherine chirurgiche, in tessuto tnt idrorepellente.
«L’ho fatto per rendermi utile e far lavorare i miei dipendenti – spiega Giovannini – e mi ha comportato il cambio della visura camerale. Le mascherine, realizzate come indica l’articolo 16 comma 2, le vendevo a 1,20 euro più iva, a fronte di un costo solo di produzione, senza contare i materiali, di 0,55 centesimi. Come faccio, in base a quanto dichiarato dal Presidente del Consiglio, a venderle adesso a 0,50 centesimi?”.
L’imprenditore spiega che aveva aderito al progetto di Feder moda, Sportello amianto e Confindustria moda, per la produzione di mascherine per l’emergenza, impiegando esclusivamente materiali prodotti in Italia e rivitalizzare così il settore: “Mi sento tradito, ora che il Governo pretende che io acquisti a 0,39 centesimi le mascherine che poi venderò a 0,50. Ovvio che, a questi prezzi, si favorisce l’importazione dei prodotti cinesi e si dà il colpo di grazia al tessile italiano”.
Ovviamente le mascherine non sono beni di lusso. Ma come i pomodori, se imponiamo un costo troppo basso, finiranno per produrle solo gli altri o assumere africani clandestini per farlo.
Ci deve essere un equilibrio tra costo, qualità e produzione italiana. Anche perché, se la produzione la lasciamo alla Cina come prima dell’epidemia, allora non abbiamo imparato nulla: le produzioni strategiche devono essere in Italia, anche se costano qualche centesimo in più.
Perché quando riprenderà il contagio, o ci sarà un altro contagio, i cinesi si terranno le mascherine e noi rimarremmo, ancora una volta, senza. Tutto per pagarle 0,50 centesimi invece di 0,60. Posto che, ovviamente, dovrebbe essere lo Stato a distribuirle gratis. E italiane.
Ma qualcuno, con legami cinesi, potrebbe avere interesse al che le mascherine vengano prodotte solo in Cina:
#QUARTAREPUBBLICA #REPORT #congiunti #mascherine
Dal 27/04/2020 la cina ha vietato l'esportazione delle mascherine verso l'Italia. Ma c'è solo un azienda che può farlo, dettando così un monopolio. Ed ha legami con i cinque stelle https://t.co/4amM8LHNed— vIVA Community (@Partita_vIVA) April 27, 2020
La commedia italiana continua
Bolzano direttiva presidente consiglio provinciale Kompatcher:
Si possono usare le bandane al posto delle mascherine certificate.
Pensavamo che i sudtirolesi fossero seri.
Anni sotto l’Italia ha fatto si” che stare insieme al zoppo si impara a zoppicare”.
Puncinella e arlecchino per sempre.