640mila italiani licenziati per fare posto a immigrati: e il Governo vuole raddoppiare

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Ci avviamo verso la più grave depressione della storia italiana, consapevoli che la ‘crescita del Pil’ di questi ultimi dieci anni non ha coinciso con una crescita della ricchezza degli italiani. Anzi.

Il motivo ha due colpevoli: immigrati e globalizzazione. In pratica, ogni punto di crescita di Pil ha significato più lavoro per gli immigrati e più concentrazione di ricchezza nelle mani di un’oligarchia finanziaria. E’ stato come versare acqua in un secchio bucato.

E’ evidente che il modello economico e sociale pre-coronavirus non funziona. Crea illusione di ricchezza, ma aumenta le differenze sociali e il degrado. In questo senso l’epidemia è più il frutto di un modello di sviluppo che un evento casuale.

Questo ha solo un nome: sostituzione etnica.

Secondo i dati Istat nei dieci anni prima dell’epidemia, gli occupati stranieri in Italia sono cresciuti di 765mila unità. Nello stesso periodo, quelli italiani sono scesi di 640mila unità.

Veniteci a dire che non rubano il lavoro agli italiani. Sono disponibili a fare lavori a basso costo, ecco il risultato: espellono gli italiani dal mercato del lavoro. Con la connivenza dei sindacati.

Ergo: abbiamo una disoccupazione giovanile di oltre il 30 per cento, con punte di oltre il 50 per cento in diverse regioni, e diamo lavoro agli immigrati.

Il governo, invece di lavorare per invertire la tendenza, studia il modo di peggiorarla, proprio mentre la disoccupazione sta per esplodere:

Il governo impedisce agi italiani di lavorare nei campi: “Dobbiamo regolarizzare 600mila clandestini”

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L’ultimo report pubblicato ieri prevede la perdita di lavoro per 6 milioni e 500mila italiani. Con una disoccupazione vicina al 20 per cento.

Quindi, se anche durante una crescita economica, il lavoro andava solo agli immigrati, cosa accadrà durante una depressione se il governo regolarizzerà 600mila clandestini, che poi faranno venire con i famigerati ricongiungimenti familiari milioni di parenti veri o presunti?

Una catastrofe. Quello che stanno preparando, altro non è che un atto criminale ed eversivo.

E’ vergognoso che in un Paese, mentre ci sono milioni di disoccupati, aumentino gli occupati stranieri. Ancora più vergognoso è che un governo si prepari a regolarizzarne migliaia da mettere in concorrenza con i nostri senza lavoro, i precari e i nuovi disoccupati: perché gli immigrati non vengono a fare i lavori che noi non vogliamo fare, ma li fanno a condizioni che noi non possiamo accettare senza ridurci a dormire in dieci in una baracca.

Questa è un’invasione. E non la fermi solo chiudendo i porti, la fermi bloccando i ricongiungimenti familiari e con la preferenza nazionale in tutto il mondo del lavoro: prima di assumere uno straniero, devi chiedere ad un italiano. Ma il modo migliore è non fare trovare l’esercito di riserva in Italia.

Questo ci pone anche difronte ad un serio problema: generiamo lavori di bassa qualità. Ma lo facciamo, perché mettiamo a disposizione degli affaristi carne umana a basso costo. Questo pone anche un altro problema: se sostituisci lavoratori a stipendio 1.000 con lavoratori a stipendio 500, distruggi l’economia. E il futuro. Nonché la sostenibilità del sistema pensionistico attuale e futuro.

Prendiamo i raccoglitori di pomodoro: non solo non pagheranno le nostre pensioni, ma nemmeno le loro. E se non ci fossero, i latifondisti sarebbero costretti a meccanizzare la raccolta, ad assumere italiani per paghe normali, come nei paesi civili. Questo darebbe il via ad un processo virtuoso.

Ma la sinistra non lo vuole. Vuole schiavi negri e carne da urna.