Bomba epidemica: “Pieno di immigrati con febbre alta, non sappiamo che fare”

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“Ci sono molti migranti con la febbre alta, ma non possiamo trasportarli in ospedale”. A riportare la denuncia è il quotidiano “La Città” che in prima pagina titola una probabile esplosione di una vera e propria “bomba” epidemica nella Piana.

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Infatti, pare che nella zona ci sia una vasta concentrazione di extracomunitari – come affermato dallo stesso De Luca nella diretta di ieri – che vivono in condizioni igienico-sanitarie precarie e che spesso sono assembrati in piccoli spazi. La stragrande maggioranza degli immigrati finora non risulta sottoposta a controlli da parte delle autorità sanitarie ufficiali.

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Dov’è il lanciafiamme De Luca?




12 pensieri su “Bomba epidemica: “Pieno di immigrati con febbre alta, non sappiamo che fare””

  1. Perché sprecare napalm miscelato con benzina e altri carburanti.
    In quelle condizioni si ammazzano fra loro.
    Dove siete anime belle, caritatevoli e sinistroide radical chic?
    Vi stanno aspettando a braccia aperte!
    Io aborro la lega ma ora meglio un sedicente fascista di uno che si reputa e sedicente comunista.
    .

  2. Vale la pena di rilevare che le persone appartenenti etnicamente a popolazioni nordafricane e subsahariane sono molto più resistenti a questo virus rispetto a persone cresciute in Europa e Nordamerica.
    In Nigeria 180 milioni di abitanti ci sono stati (dati della settimana scorsa) 200 casi di contagio (pervero nel Paese la Sanità è praticamente inesistente) e 4 morti accertati. Questo perchè in Nigeria vi è una vita media molto bassa, una mortalità infantile (e non) che seleziona duramente gli individui, tale che chi sopravvive è dotato di un corredo anticorpale ribelle a virus ed infezioni.
    Un mio amico Capitano di Lungo Corso della Marina Mercantile, che imbarcava con equipaggi misti su navi panamensi e liberiane, mi diceva che quando somministrava un antibiotico ad un marinaio africano malato il farmaco aveva effetti dirompenti e risolutivi nel giro di poche ore, a differenza di un marinaio caucasico la cui reazione – e guarigione – era visibile solo dopo una prolungata somministrazione della terapia.
    Ciò si verifica perchè l’individuo caucasico è cresciuto con gli antibiotici ed è quasi assuefatto alla loro somministrazione mentre l’africano gli antibiotici non li ha mai visti e il suo fisico offre una efficiente e pronta reazione.
    Tutto ciò visto e considerato gli africani rischiano meno di noi esponendosi al virus.

    1. Questo può essere vero riguardo agli africani nati in Africa, ma gli “afrodiscendenti”, come il politicamente corretto indica quegli estranei razziali in Occidente, stanno sperimentando una più alta mortalità. Essendo la vitamina D essenziale per prevenire e contrastare l’infezione, è noto che le razze melaniniche hanno problemi a sintetizzare la suddetta vitamina in climi boreali, a maggior ragione in condizioni di quarantena in ambienti chiusi. In pratica negri (e mulatti di accentuata gradazione negroide) e ispanici “integrati” o di seconda, terza, quarta generazione, saranno falcidiati da Corona-chan molto peggio dei Bianchi, che non hanno bisogno di melanina per sintetizzare la preziosa vitamina.

      1. Le cose che avete detto hanno dei fondamenti, tuttavia per fare un paragone che regga dovremmo mettere a confronto una intera popolazione (tutte le età) loro difficilmente arrivano alla veneranda, quindi di cosa stiamo parlando?

I commenti sono chiusi.