“Restate a casa”. A Wuhan, prima città cinese a fare i conti con la Covid-19, l’incubo coronavirus non è alle spalle. Agli abitanti, riporta l’agenzia ufficiale Xinhua, è stato chiesto di “restare a casa” ed “evitare le uscite non indispensabili”: la città teme una nuova ondata di contagi, una “ripresa dell’epidemia”. Il Guardian cita Wang Zhonglin, capo del Partito comunista a Wuhan, secondo il quale il rischio è grosso, sia a causa di “fattori interni che esterni”, e bisogna insistere sulle misure di controllo e prevenzione.
Wuhan, ‘blindata’ dal 23 gennaio, dovrebbe vedere revocate l’8 aprile le restrizioni ai viaggi in uscita dalla città. Nel frattempo sta gradualmente riprendendo il servizio di trasporto pubblico. Dal 28 marzo in 17 stazioni di Wuhan arrivano di nuovo i treni passeggeri, mentre le partenze – anche per Shanghai – dovrebbero riprendere l’8 aprile.
Il dramma è che il governo italiano ha preso a modello quello cinese. Non usciremo più di casa. Dovevamo e dobbiamo seguire il modello sudcoreano: mascherine e tamponi di massa. Stare in casa serve solo a stare di più in casa.
Pare che i tamponi ci siano in Italia ma li vogliano tenere per la fine dell’epidemia. Un po’ come i fuochi d’artificio che verso la fine da il meglio di sé. 🙄
Lo hanno detto in tv. Comunque scusate ma questo modello coreano io non l’ho capito bene. O per meglio dire mi pare una gran stronzata: allora se fai i tamponi scaglionati mentre controlli quello di Caio che risulterà pulito, lo stesso Caio dopo va sull’autobus o a fare la spesa e si becca il virus. Così, per la usl, apparirà nelle liste dei virtuosi ma in realtà è malato.
Per avere un’idea precisa dello stato di salute della popolazione si dovrebbe mandare un esercito lo stesso giorno e alla stessa ora nelle case (gente rigorosamente segregata) a fare il tampone porta a porta. Dopodiché senza uscire MAI dovrebbero attendere i verdetti. I contagiosi essere prelevati da ambulanze speciali e portati in isolamento assoluto. Sanificati gli ambienti privati (casa) e preferibilmente anche le parti comuni.
I dottori stessi che curano i malati in quarantena, lavoro a rotazione (tutti fissi in ospedale) Diversamente il metodo non funziona.
in Cina il virus non è mai finito la prova sta qui: il Partito comunista cinese (PCC) ha tenuto una riunione a Pechino per discutere di “prevenzione e controllo dell’epidemia di coronavirus e piani per stimolare la crescita economica”, secondo fonti non confermate.
Tutti i membri del Comitato permanente del Politburo, così come Xi Jinping, hanno partecipato. Si dice che oltre 170.000 funzionari abbiano visto l’incontro in video, segnando la prima volta in assoluto che il governo centrale ha usato questo tipo di videoconferenza per inviare il loro messaggio ai funzionari a tutti i livelli.
Durante l’incontro, Xi Jinping avrebbe pronunciato un discorso inquietante sottolineando i seguenti otto punti.
Punto 1
La situazione epidemica è completamente fuori controllo. Il modo in cui le cose procederanno da qui determinerà il destino del regime del PCC.
Punto 2
Tutte le parti a livello di comitato e di governo sono completamente “logorate nel combattere l’epidemia”. I governi locali, in superficie, sembrano obbedire alla leadership centrale, ma in realtà stanno agendo da soli e per il proprio interesse personale e dovranno essere affrontati.
Punto 3
Nella provincia di Hubei, in particolare a Wuhan, l’epidemia è completamente fuori controllo. Viene ordinato un blocco su tutte le informazioni per mantenere la sopravvivenza del PCC.
Punto 4
Pechino è già nella fase iniziale di un focolaio. La situazione epidemica nella capitale è di importanza cruciale. Il PCC deve contrastarlo. Non c’è altra scelta.
(Immagine: Screenshot / YouTube)
Pechino è già nella fase iniziale di un focolaio e il PCC deve contrastarlo. (Immagine: Screenshot / YouTube )
Punto 5
Tutta la tecnologia di spionaggio, sorveglianza e credito sociale procurata a livello internazionale negli anni passati deve essere mobilitata per garantire la sopravvivenza del regime comunista cinese in questo momento della crisi.
Punto 6
I funzionari devono assumere il controllo completo di tutti gli sbocchi dell’opinione pubblica, della propaganda e delle informazioni e chiudere tutti i notiziari che sfidano la sopravvivenza del PCC.
Punto 7
I meccanismi di stabilizzazione devono essere attivati, gli stessi meccanismi utilizzati durante la guerra e nei periodi di crisi. La sopravvivenza del regime comunista cinese deve essere mantenuta a tutti i costi. Una guerra totale è dichiarata su tutte le possibili rivolte civili. Tutta l’opposizione, il dissenso e la resistenza devono essere fermati. I funzionari dovrebbero assumere il controllo di tutte le linee di approvvigionamento: cibo, acqua, medicinali, commercio, trasporti e comunicazioni.
Punto 8
L’impatto dell’epidemia sull’economia cinese è estremamente grave e sarà a lungo termine, a causa delle difficoltà che le persone incontrano nel tornare al lavoro. Ci sarà un aumento della disoccupazione e il sostentamento di base del PCC sarà gravemente colpito a livello nazionale, nonché a causa della perdita di commercio e capitali esteri.
(Immagine: Screenshot / YouTube)
L’impatto dell’epidemia sull’economia cinese è fatale e sarà a lungo termine. (Immagine: Screenshot / YouTube )
Conclusione
A giudicare dal discorso di Xi Jinping, al momento sembra che il PCC sia in guai seri. Nessuno ha la capacità di invertire la situazione e tutte le strade per risolvere la crisi all’interno del sistema del PCC sembrano aver raggiunto un vicolo cieco.
Gli eventi attuali indicano che il PCC ha perso il controllo; qualsiasi possibilità di salvare la sua economia potrebbe essere svanita dal momento che questo dilemma del virus li ha lasciati in difficoltà.
Tuttavia, per qualsiasi motivo, i leader cinesi sembrano ancora riluttanti ad ammetterlo. Ma, concludendo da tutte le parole tra le righe, la situazione è decisamente seria tradotto con ggole https://www.visiontimes.com/2020/02/27/ccps-crackdown-on-chinese-citizens-expands-during-covid-19-epidemic.html