In Cina torna il mercato di cani e pipistrelli: come se nulla fosse

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In Cina si torna alle pratiche che avrebbero portato allo sviluppo dell’epidemia di coronavirus.

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Tornano in tutto il Paese i famigerati wet market, i mercati all’aperto in cui viene venduta qualsiasi tipo di specie animale a fini alimentari, nella più totale inosservanza delle norme igieniche di base. E, soprattutto, concentrando animali vivi e morti di specie diversi in pochi metri.

Animali vivi in anguste gabbie arrugginite, la pratica di scuoiare e cucinare vivi animali domestici e selvatici come gatti, cani, serpenti, pangolini e pipistrelli. Gli ultimi due fortemente indiziati di essere stati i vettori da cui il virus è passato all’uomo.

Queste pratiche, diventate illegali durante il picco della pandemia, sarebbero ritornate prepotentemente in auge con l’allentarsi delle misure restrittive. E’ la loro natura.

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4 pensieri su “In Cina torna il mercato di cani e pipistrelli: come se nulla fosse”

  1. Merde di cinesi,
    Cercate di evitare di comprare cinese,
    Quale cuore possono avere quando si uccide un cane.
    Evitate, evitate di comprare cinese, oltre alla scarsa sensibilità, i prodotti come qualità fanno schifo.
    Inoltre c’è poca chiarezza nei loro affari,

  2. IO AUGURO LA MORTE A MILIARDI DI CINESI. CHE POSSIATE MORIRE TUTTI. MALEDETTI. SIETE IL CANCRO DEL MONDO.

I commenti sono chiusi.