Lucano aveva ricevuto l’avviso di garanzia a dicembre e si era detto “amareggiato”, ritenendo anche in questo caso le sue “forzature” a favore dei migranti fossero legittimate da non meglio specificate ragioni umanitarie.
Lucano è accusato di aver commesso il reato in qualità di pubblico ufficiale; nelle sue funzioni di responsabile dell’ufficio anagrafe e dello stato civile del Comune di Riace. La vicenda risale al 2016, quando da sindaco rilasciò i documenti a una donna dell’Eritrea e a suo figlio, entrambi senza permesso di soggiorno.
Lucano, avrebbe dunque attestato falsamente la regolarità della documentazione richiesta dalle norme. L’ex sindaco comparirà davanti al giudice di Locri il 2 luglio prossimo. Sempre a Locri prosegue il processo principale denominato “Xenia” e che vede sul banco degli imputati lo stesso Lucano e altre 25 persone, accusati, a vario titoli, di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, truffa e abuso d’ufficio nella gestione dei progetti di accoglienza agli immigrati.
Complimenti,
Alto tradimento alla bandiera italiana,
reato presupposto, se vero mandategli il conto delle spese che questi clandestini ci sono costati. Solo così iniziamo a far pulizia di certi soggetti.
Gli avevano dedicato una fiction RAI…
infondo lui ha ragione,come sindaco viene eletto per fare favori al popolo, la vergogna è che certi magistrati applicano le leggi a capocchia, anche lui l ha fatto, ma evidentemente non è unto dal signore cosi come i magistrati, se magari avesso speronato una motovedetta..avrebbe potuto farlo
E come lucano anche cascio orlando e anche il sindaco di firenze…
Arrestateli tutti.