Coronavirus, nuovi contagi a Codogno

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Si registrano nuovi casi di contagio nel comune in provincia di Lodi. La riapertura dell’ex area protetta ha riacceso la catena dei contagi.

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Francesco Passerini, sindaco di Codogno: “Abbiamo sei positivi in più. Nelle ultime giornate eravamo fermi a 268 casi. Un segnale che i divieti introdotti con la zona rossa avevano funzionato”, aggiunge.

A Codogno, dopo settimane di progressivo calo del trend, arrivato anche a toccare l’uno per cento, negli ultimi giorni il trend è in risalita.




7 pensieri su “Coronavirus, nuovi contagi a Codogno”

  1. Email che ho inviato questa mattina.

    Spett. Staff di Alisa
    Da germofobica vorrei darVi qualche piccolo consiglio perché, da quello che vedo, brancolate nel buio e fermare un epidemia di questa portata con le misure che avete preso sarà assai improbabile.
    Ricordo la pubblicità per istruire al Covid, trasmessa inizialmente in tv, dove una ragazza si lavava le mani in un bagno pubblico, la voce di fondo diceva giustamente di chiudere il rubinetto usando la carta ma NON diceva una cosa fondamentale: la maniglia della porta che toccherà obbligatoriamente per uscire è una fucina di germi, in quanto, purtroppo, molti utenti non si lavano le mani dopo aver utilizzato i servizi igienici. Questa è la prima di una lista di imprecisioni che possono costare la vita.
    È follia pensare di chiudere in casa la gente (al 50%) a tempo indeterminato, non darà frutti, perché mentre questi, per il momento, non si ammaleranno, accadrà però a quell’altra percentuale rimasta attiva, che continua a lavorare e avere contatti con altri umani, loro finiranno inubati. Mi pare di capire che lo scopo del Vostro operato non sia salvaguardare la salute della popolazione genovese, bensì ritardare la diffusione del virus affinché le strutture sanitarie non crollino sotto l’eccessivo peso. Questo atteggiamento a me pare assai disdicevole (se avessi potuto attingere liberamente dallo Zannichelli l’aggettivo che avrei scelto sarebbe stato un altro) in quanto i cadaveri, numericamente, saranno gli stessi ma diluiti nel tempo.
    Quello che avreste dovuto fare era semplicissimo: chiudere qualsiasi cosa, fabbriche, cantieri, si, anche quello del ponte Morandi! Tenere TUTTA la gente in casa 20 giorni, la metà dei supermercati aperti a rotazione, che dovevano essere utilizzati 1 volta sola alla settimana da 1 membro della famiglia con una semplice scheda, tipo quella elettorale, sulla quale veniva segnata la data dell’ultimo acquisto. Rilasciata inizialmente dal comune di appartenenza.
    Le salme rigorosamente TUTTE cremate.
    Tutte le misure elencate avreste dovuto prenderle immediatamente, ma come si suol dire… meglio tardi che mai.
    Sono disoccupata, sulla soglia di un’improbabile pensione e prigioniera in casa, sarò lieta di darVi altri piccoli consigli nel caso li gradiate.
    Distinti saluti

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