Coronavirus in Lombardia dal 1° Gennaio: così ce l’hanno portato i cinesi

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Mentre tanti amministratori e vip si ingozzavano di involtini, il coronavirus si diffondeva indisturbato.

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Il coronavirus ha cominciato a circolare in Lombardia dal primo gennaio e ha continuato a farlo in modo sommerso per oltre un mese e mezzo prima della diagnosi del paziente 1 di Codogno, avvenuta il 20 febbraio. È quanto emerge dall’analisi pubblicata sul sito ArXiv e condotta da 14 centri di ricerca, con il coordinamento del Direttorato generale della Sanità della Regione Lombardia. “L’epidemia in Italia è rimasta sconosciuta per settimane”, scrive oggi la rivista Nature, commentando la ricerca sul suo sito.

“È un lavoro estremamente interessante che ricostruisce la preistoria del coronavirus in Italia”, ha commentato il fisico Giorgio Parisi, dell’Università Sapienza di Roma. Dalla ricerca, ha proseguito, emerge inoltre che all’ inizio i casi sintomatici erano l’80%, contro il 5% di asintomatici e il 15% di casi non chiari, forse con sintomi così leggeri da non dare la sicurezza dell’infezione.

Gli autori della ricerca hanno ricostruito l’origine dell’epidemia analizzando i dati relativi a 5.830 casi confermati nei laboratori della Lombardia, per i quali erano stati riportati anche i dati relativi alla comparsa dei sintomi. Quindi si è proceduto a ritroso, ricostruendo la catena dei contatti sempre più indietro nel tempo. Sono stati individuati così i casi sporadici comparsi nella regione dal primo al 29 gennaio e poi i casi più frequenti avvenuti dal 30 gennaio al 19 febbraio, con un picco di oltre 60 avvenuto il 18 febbraio. Due giorni più tardi, il 20 marzo, l’epidemia è uscita allo scoperto, con l’identificazione del paziente 1 a Codogno.

I ricercatori hanno inoltre stimato che inizialmente il tasso di riproduzione è stato di 3,1, vale a dire che ogni persona con l’infezione poteva contagiarne 3,1, e ha cominciato a decrescere dopo il 20 febbraio. Nella fase iniziale, inoltre, l’epidemia si è diffusa in modo esponenziale, con un raddoppio dei casi in media ogni tre giorni a Bergamo (3,5 giorni), Codogno (3,4 casi) e Cremona (2,6).

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Quindi cade anche l’ipotesi:

“Dal 18 al 22 gennaio c’è stata la fiera del gelato Sigep a Rimini”, scrive Selvaggia Lucarelli in un post pubblicato sul suo profilo Twitter dove allega anche un articolo di Tpi. “Lo stand di Wuhan e quello di Codogno erano nello stesso padiglione”. A Rimini in quei giorni sono arrivate aziende da tutto il mondo. Nel padiglione B3, in cui c’erano all’interno circa 60 stand, c’erano quello di Wuhan Huiyou Wood Products Co., Ltd, azienda che produce oggetti biodegradabili come cucchiaini e vassoi (Wuhan è stata chiusa il 23 gennaio, il Sigep è iniziato il 18 gennaio).

Se in Italia è arrivata a fine dicembre, allora in Cina hanno mentito per mesi.

Questo dimostra anche che è impossibile la stessa situazione si verifichi in altre zone d’Italia, visto che, ormai, la presenza del virus è nota e non può diffondersi indisturbato. E’ quindi folle la chiusura generalizzata.




Un pensiero su “Coronavirus in Lombardia dal 1° Gennaio: così ce l’hanno portato i cinesi”

  1. il ceppo italiano è diverso da quello cinese. Ed i 5 rilevati negli USA sono a loro volta diversi dagli altri 2.
    E, trattandosi di un virus sintetizzato nel 2015 quindi “giovane” esso muta rapidamente perciò è chiaro che il Paese in cui si trovano più ceppi (USA) è sicuramente il suo Paese d’origine. Il resto sono chiacchiere da incompetenti e fantapolitici.

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