Via della Seta, Governo spiana la strada alla Cina: prima ci infettano e poi ci invadono

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Elena Donazzan, assessore regionale al Lavoro del Veneto e responsabile nazionale Lavoro e Crisi Aziendali di Fratelli d’Italia: “Fermo restando che la priorità è la sicurezza delle persone, l’accordo governo-parti sociali su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, siglato solo una settimana fa, era condizione sufficiente per continuare a produrre”, afferma Donazzan.

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L’assessore di Fdi, nel sottolineare la poca autorevolezza di questo governo che sta “alimentando una sensazione di incertezza”, chiede all’esecutivo guidato da Conte di adoperarsi per realizzare un piano di emergenza economica. “Questo stop, arrivato con ritardi e incertezze ad un mese dal primo decreto-legge, manca innanzitutto di un vero e proprio piano per l’emergenza economica. Se da un lato il vecchio continente si è fermato – dichiara Donazzan – dall’altra la Cina ha ripreso a pieno regime: il rischio ora è che, bloccato il nostro sistema produttivo e senza nessun aiuto vero per la liquidità e per il sostegno delle nostre imprese, arrivi qui la potenza cinese che qualcuno esalta come solidale con noi”.

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“Ricordo che se siamo in queste condizioni è proprio perché siamo stati infettati da un terribile virus proveniente dalla Cina, e le mascherine donate in questi giorni non costituiscono un ristoro del danno”, dice Donazzan. Dunque è necessario che “il Parlamento vigili sugli effetti di quella ‘Via della seta’ tanto voluta da questo governo, affinché questo momento di blocco delle produzioni italiane non si trasformi in un’autostrada per invaderci con prodotti di tutti i tipi provenienti dalla Cina, compresi quelli finanziari”.




4 pensieri su “Via della Seta, Governo spiana la strada alla Cina: prima ci infettano e poi ci invadono”

  1. La cina mi pare che almeno per ora sia riuscita a contenere, come dire che se soltanto la regione italiana “x” fosse stata colpita, tutto il resto del paese sarebbe operativo al 100%.
    Spostare al centro-sud le imprese in modo da non perdere totalmente i contatti coi mercati, ma purtroppo i casi sono ovunque anche se in minor quantità. Congelare tutto per noi è l’unica strategia e poi l’Italia vive principalmente di turismo che ora (per fortuna) è agonizzante. A questo proposito la cina sta vivendo però un fenomeno di ritorno, pare che abbiano riaperto qualche spiraglio dal quale siano passati nuovamente dei contagiati ed il calvario ricomincia… sino all’ultimo cinese della zona colpita?
    Capirete che la preoccupazione non è per loro, ma se noi siamo così impestati mi chiedo quando ne usciremo totalmente.

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