Bomba coronavirus da dove partono i barconi: ora è allarme in Nordafrica

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A fine febbraio, la ricercatrice italiana Vittoria Colizza aveva avvisato: “il coronavirus in Africa potrebbe avere risvolti molto pericolosi, soprattutto perché un’epidemia nel continente nero sarebbe di fatto incontrollabile”.

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E nello studio elaborato assieme al suo team di ricercatori, la studiosa italiana aveva individuato nell’Algeria uno dei paesi più a rischio contagio per via dei suoi legami con la Cina.

E così è stato: ad oggi le autorità di Algeri hanno annotato più di 260 casi di Covid-19 accertati.

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Il paese è secondo solo all’Egitto a al Sudafrica nel continente per il numero di persone contagiate. L’Egitto registra ad oggi 402 casi. Poi, sempre in Nordafrica, c’è la Tunisia con 114 contagiati. E il Marocco a 110 casi.

Ovviamente, sono quelli identificati. La realtà, che in Italia va moltiplicata per 10, lì va moltiplicata per 100.

Rimane il dato quasi comico della Libia: ZERO. Tutti i Paesi intorno dove infuria l’epidemia e loro nulla. A dimostrazione che la differenza tra l’Europa e l’Africa è tutta nel numero di tamponi che si fanno.




2 pensieri su “Bomba coronavirus da dove partono i barconi: ora è allarme in Nordafrica”

  1. La Libia è entrata in classifica.

    Avete mai sentito parlare di Yanqing Ye? Bella ragazza, sulla trentina, molto sveglia. Ha abitato negli Stati Uniti dal 2017 al 2020 fino a che il 28 gennaio gli sbirri alfabetici americani (FBI) non sono andati a cercarla a casa solo per scoprire che era scappata. E che faceva in America la cinesina? Studente universitario, come ovvio. Dove? Boston University, dipartimento di fisica, chimica e ingegneria biomedica. Assai probabilmente era stata mandata lì apposta per agganciare il dottor Charles M. Lieber, professore di chiara fama a Harvard. E chi è questo? Per prima cosa vi rivelerò un segreto molto ben custodito: è il solito ebreo. Ma questo è uno molto particolare: lui è un campione della nanotecnologia. Il suo lavoro secondo me più importante riguarda l’autoassemblamento. In pratica il Lieber si occupa di sistemi disordinati di componenti pre esistenti che in presenza di determinate condizioni si riorganizzano in strutture ordinate differenti in base all’interazione locale fra le varie parti. Scheda dei “most wanted” relativa alla cinesina –

    https://www.fbi.gov/wanted/counterintelligence/yanqing-ye

    Il Lieber viene arrestato il 28 di gennaio scorso con l’accusa di “avere mentito alle autorità” in merito a certi lavoretti da lui compiuti (in maniera peraltro legale fino a questo punto) per il governo cinese. In pratica non ha denunciato ai suoi datori di lavoro questo lavoro apparentemente legale che stava facendo e che tra l’altro nessuno poteva impedirgli di fare. E che faceva questo cervellone per i Cinesi? Grazie ad una “una tantum” da un milione e mezzo oltre ad uno stipendio di 50mila dollari AL MESE si occupava della costruzione di un laboratorio. A Wuhan. Sì, QUEL laboratorio.
    Ora, il Lieber non c’entra nulla con la virologia o cose simili. Ma ciò di cui si occupa lui ha esattamente le dimensioni che ci interessano, perchè siamo nell’ordine dei nanometri. Non ho idea del tipo di contatto esistente fra Corona-chan ed il Lieber, a parte Wuhan ed il laboratorio, tuttavia è come minimo curioso che il 28 arrestino questo, una settimana dopo Plummer muoia e che entrambe fossero circondati da Cinesine e Cinesini e avessero un legame con il luogo curioso.
    Aggiungo che qualche anno fa mi è capitato fra le mani un rapporto di una entità sovrannazionale dove si parlava di “armi del futuro” e non c’erano mitragliatrici o carri armati ma c’erano sia i patogeni che i nanotubi in carbonio.

    Sezione economica: ho avuto occasione di scambiare mezza chiacchiera telefonica con un mio ex collega serbo; mi fa presente che per come sono messe le cose l’atmosfera generale gli ricorda i primi anni 90 in Yugoslavia dove in due anni si è passati dalla banconota da 500 dinari a quella da 500 miliardi di dinari. Mi ha colpito la chiusura fatalista slava sul fatto che tanto sulla banconota c’era sempre Tesla e sempre un litro d’olio ci potevi comprare. Poi il discorso è degenerato perchè pare che sul retro di questa banconota da 500 miliardi ci sia un Tesla Coil e allora non c’è più stato verso di mettere in fila due frasi serie.

    1. Le storie di spionaggio sono sempre interessanti ma non capisco l’utilità della nanotecnologia, se devi trasportare dei virus li metti in una vecchia boccetta di profumo e nessuno avrà nulla da ridire, nemmeno in aereoporto, a meno che non superi tot cc. e mi pare che per impestare un intero paese ne basti veramente poco. Poi non ho capito, secondo questa storia, che finalità avrebbe avuto tutto sto trambusto… cioè in realtà dove dovevano diffonderlo e le reali motivazioni, oltre quelle fantasiose già ipotizzate qua da tutti noi.

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