4 pensieri su “Parchi chiusi per gli italiani ma non per gli immigrati – VIDEO”

1. Mentre agli italiani viene vietata perfino la passeggiata, i muscoli si afflosciano, il grasso aumenta, con tutte le conseguenze per la salute che vedremo tra qualche settimana, questi baldi giovani continuano con le loro ‘attività’. E siccome se ne fregano del virus, che tanto non gli fa nulla, continuano pure a trombare e riprodursi allegramente, per loro la cosa più naturale del mondo, mentre gli incontri tra italiani sono fortemente limitati dalle disposizioni e dalla paura reciproca. Ma arriverà mai il giorno in cui vedremo un segno – nella popolazione nera o siamo destinati per i prossimi mille anni a vederli popolare ogni angolo della Terra? Ebbene cari signori arabi e subsahariani in particolare, ora ridete, ma quando i bianchi a cui dovete il vostro benessere non ci saranno più, saranno tempi brutti per voi. La Rhodesia insegna.

   1. Immaginavo già sapessi che spiegare le cose ai negri equivale a perdere tempo. Comprendo comunque la “voglia” di migliorare il mondo. Sto iniziando ad avere esperienza dello stesso tipo di sentimento nei confronti di tutta una fascia di popolo italiano che prima avrei voluto salvare ad ogni costo ma per cui ora ho perso ogni residua speranza. Includo nella categoria tutti quelli che a febbraio mi dicevano che ero matto e che adesso mi dicono che sono infettivo.

      1. Probabilmente per una volta questi negracci la sanno più lunga di noi, forse perchè non guardano la tv italiana con Burioni che fa terrorismo per conto di Big Pharma.
         Non temono il coronavirus perchè è un’innocua influenza, pericolosa solo per gente anziana con gravi problemi pregressi: se prende questi ultimi è mortale, anche perchè i nostri ospedali sono inadeguati e sguarniti ed i nostri medici sono in gran parte delle emerite teste di cazzo che invece di fare iniezioni di vitamina C (acido ascorbico) ad alte dosi si mettono asperimentare farmaci a casaccio come quelli contro l’artrite… fa più morti il medico che il coronavirus stesso.

2. Non potrei scrivere meglio di Luigi Ranalli, sposo in pieno la sua tesi.

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