Ong si paragonano ai medici che combattono il coronavirus: “torniamo in mare”

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Le Ong senza vergogna vorrebbero riprendere le proprie missioni di traghettamento bloccate solo ieri dal coronavirus.

Un piano che definire criminale è poco.

È il caso ad dell’Ong catalana Open Arms, il cui rappresentante italiano, il famigerato Riccardo Gatti, ha dichiarato di lavorare per tornare quanto prima in mare.

In una dichiarazione ripresa da AdnKronos, Gatti ha voluto di fatto rispondere al presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga che aveva chiesto, in relazione all’attuale emergenza relativa al coronavirus, di fermare le Ong: “Abbiamo messo i primi 100 militari a protezione della frontiera slovena, ma non basta – ha dichiarato lo stesso Fedriga in un’intervista a La Verità – I migranti sono un problema, con loro le multe non servono. Chi viola l’ordinanza deve perdere la possibilità di protezione”.

Dalla Slovenia infatti, nonostante vengano bloccati i nostri camionisti, i confini sono aperti per i clandestini. E quelli già presenti non rispettano le imposizioni anti Covid-19.

“Cosa accadrebbe se medici e infermieri e infermiere non facessero il lavoro straordinario che stanno facendo in questi giorni? – si legge nelle dichiarazioni di Gatti – Cosa potrebbero fare i singoli stati europei da soli?”
“La solidarietà è un sentimento imprescindibile – ha continuato poi Gatti – e non perché dimostra quanto siamo buoni, ma perché serve per continuare a essere una comunità di uomini e donne. Per questo, rispettando tutti i protocolli medici necessari e le direttive governative è importante tornare in mare e faremo di tutto per farlo il prima possibile”.

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In pratica, questo scellerato, paragona il suo traffico di clandestini al lavoro dei medici eroi che lottano contro il coronavirus. Pazzesco.

“In Libia ci sono ancora uomini, donne e bambini che rischiano la vita ogni giorno – ha infatti spiegato il presidente di Open Arms – in Libia il coronavirus non è l’unico problema, la loro vita è violata. Tutti i giorni”. Soprattutto quella dei bambini alti 1,80.

Per Gatti l’emergenza coronavirus non dovrebbe fermare le Ong. Queste ultime dovrebbero continuare a portare nuovi migranti in Italia, nonostante il nostro paese a livello logistico patirebbe non poche difficoltà in questo momento nel reggere l’accoglienza anche degli 86mila ancora negli hotel per finti profughi.

Con l’ultimo hotel requisito a Porto Empedocle per far fare la quarantena ad un centinaio di tunisini. Poi fuggiti.

Riccardo Gatti, il traditore che ha traghettato in Italia 5mila clandestini




3 pensieri su “Ong si paragonano ai medici che combattono il coronavirus: “torniamo in mare””

  1. Mi pare complicato, con una piccola imbarcazione sottomarina con 2 sub basterebbe far saltare con dell’esplosivo i barconi carichi (libidine!) Dopo 2 o 3 rinuncerebbero.
    Sappiamo tutti che la puttana è stata trattata come una eroina dalla ue. È normale che altri vogliano emularla, senza contare gli enormi interessi economici che ci sono dietro.

I commenti sono chiusi.