Il direttore del reparto malattie infettive del Sacco di Milano, intervenuto in mattinata a Centocittà su Radio 1, spiega che “un altro Paese europeo” ci ha “presi alle spalle dopo aver chiuso gli accessi alla Cina”. L’Italia chiuse, in ritardo, i voli con la Cina. Non il resto d’Europa. Portando ai voli con scalo che il governo abusivo non aveva previsto.
“Una persona infettatasi malauguratamente, e del tutto casualmente, nel contesto di un episodio epidemico avvenuto nei giorni tra il 20 e il 24 gennaio a Monaco di Baviera, dopo il contatto avvenuto con una signora cinese venuta a fare delle riunioni di lavoro da Shanghai, ha portato l’infezione in Italia nella cosiddetta zona rossa”, accusa Galli.
“Tutta l’epidemia iniziale nella zona rossa viene da quel contatto lì, che ha potuto consentire al virus di aggirarsi di nascosto e sottotraccia per quasi 4 settimane prima che si scoprisse l’esistenza del problema in quell’area geografica e anche oltre”, conclude Massimo Galli.
La responsabilità più grande é del NOSTRO cosiddetto governo, LORO hanno incitato la gente a prenderlo x influenza!!!!
Loro continuano a tenere i porti aperti e gli immigrati in strada liberi con gli italiani reclusi!!!!
Non diamogli assist!!!!
Perfettamente d’accordo Fantonas! È facile fare a scarica barile. Il fatto che in germania sia accaduto un fatto spiacevole non toglie nemmeno un briciolo di responsabilità all’attuale governo. Mentre accadeva l’olocausto in cina, perché non sto parlando di un problemino trascurabile, le immagini che arrivavano erano SPAVENTOSE e non lasciavano dubbi sulla gravità di quello che stava accadendo.
Dire che era una semice influenza dopo, non solo aver visto i filmati, ma ricordiamoci che i politici hanno un filo di congiunzione con i politici cinesi, non era assolutamente possibile che non sapessero cosa realmente stesse succedendo e quanti morti ci fossero in oriente.
In tribunale aggraverà la situazione di tutti loro, in particare di conte e di maio.
Ma sarebbe meglio non sprecare carte bollate! E fare a modo nostro.