Coronavirus, il Vaticano non rispetta il decreto: immigrati assiepati, nessuno interviene – FOTO

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Coronavirus, il decreto di Palazzo Chigi non vale per migranti e rom. E pare non valga nemmeno per la Caritas e affini.

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Come dimostra una foto scattata oggi che mostra come la situazione davanti al centro Astalli, il servizio dei Gesuiti per i cosiddetti rifugiati in Italia, in pieno centro a Roma. Lì, decine di immigrati assiepati senza rispettare le regole contro la propagazione del coronavirus. Senza che nessuno multi loro e il centro che non fa rispettare il decreto.

“Nel contrasto alla diffusione del Covid-19 è fondamentale che non esistano zone franche su controlli e regole da seguire, mi riferisco in questo caso ai molteplici campi rom, insediamenti abusivi o centri d’accoglienza che sono sul nostro territorio dove capita, purtroppo, che il livello igienico-sanitario e le regole richieste per evitare il contagio da Coronavirus non siano sempre da tutti rispettate”, attacca Laura Corrotti, consigliera regionale della Lega. Il partito di Matteo Salvini chiede che si intervenga per far sì che tutti rispettino le regole, dopo il caso del migrante contagiato in un centro d’accoglienza a Milano.

“Qualcuno ci spieghi come intende procedere su questo delicato tema per evitare anche a Roma la propagazione di contagi che potrebbero diventare poi ingestibili in determinati contesti sparsi per la città”, incalza la Corrotti in una nota. A chiedere maggiori tutele nei confronti degli stranieri nei giorni scorsi era stata la senatrice di +Europa, Emma Bonino e l’associazione bolognese “Coordinamento migranti”, che aveva lanciato l’allarme sul sovraffollamento delle strutture che potrebbe favorire la diffusione del virus.

Un appello al rispetto delle regole è arrivato oggi anche dal governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, che chiede “misure punitive più drastiche per i migranti accolti che non rispettano le misure di sicurezza per il Coronavirus” e una “responsabilizzazione anche da parte delle strutture che accolgono”. Tra le sanzioni da applicare per chi trasgredisce le disposizioni governative, secondo Fedriga, Palazzo Chigi dovrebbe prevedere anche “la sospensione del permesso umanitario o comunque del diritto di rimanere sul territorio nazionale”.

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Una bomba sanitaria sono anche i centri di accoglienza. Il 68% delle strutture accoglie tra gli 80 e i 300 ospiti. Senza troppo badare a misure di sicurezza ed igiene, con l’attenzione focalizzata solo a stipare più gente possibile nei centri.

Il terreno ideale per la coltura del virus e poi la sua diffusione ‘grazie’ ai migranti che escono per ‘lavorare’, visto che gli immigrati ospiti dei Cas sono liberi di entrare e uscire per poter svolgere le proprie attività di spaccio e di lavoro.

Molti di loro esercitano la professione schiavista di rider, consegnando cibo a domicilio. Una delle attività più adatte a diffondere un’epidemia. Come insegna il pakistano che consegnava per i cinesi infetto proprio nell’epicentro del contagio.

Senza contare, poi, che l’Africa – le cui cifre relative al contagio iniziano a rendersi più consistenti – è per gran parte priva di un sistema sanitario in grado di diagnosticare il contagio tempestivamente, e gli sbarchi fantasma sono all’ordine del giorno.




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