Bomba coronavirus a Milano: decine di infetti nei centri di accoglienza

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Hanno creato covi di degrado, ora lanciano allarmi. Deficienti.

Vera e propria bomba epidemica a Milano. Diversi casi positivi al coronavirus tra gli ospiti deei centri di accoglienza. Al momento nessuno di questi è stato segnalato nel dormitorio pubblico di viale Ortles, “Casa Jannacci”. Per evitare il passaggio del contagio agli operatori che lavorano con loro, questi sono stati dotati di dispositivi di protezione individuale, come maschere, visiere e scafandri. Inoltre la Fondazione Progetto Arca, che gestisce gran parte dell’accoglienza fa sapere che sta distribuendo kit igienico-sanitari e gel disinfettante a quanti non hanno una casa in cui stare. “Ma rischiamo di non farcela”, avverte in una nota, chiedendo donazioni.

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Dovevate rimpatriare gli immigrati e dare una casa agli italiani, invece di ospitare 11mila sedicenti profughi nella sola Lombardia.

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“Non aspettiamo la bomba sociale”, sbotta Pierfrancesco Majorino europarlamentare del Pd ed ex assessore alle Politiche Sociali del Comune di Milano. “Si tratta di ambienti portati per natura ad alimentare il contagio, perché hanno camerate grandi con 4 o 6 posti letto”, spiega. Per alleggerire la situazione di queste strutture servono “spazi-volano per cui bisognera’ pensare ad una dotazione di risorse. E’ necessario sistemarli e attrezzarli, anche per favorire il distanziamento”.

Certo. Hai creato tu la bomba, caro Majorino, tra un aperitivo e l’altro. Chi ha creato questi assembramenti? E ora vuoi ancora più soldi per l’accoglienza da sottrarre alla cura dei malati?

Rimpatri per gli stranieri e casa per gli italiani. Dove? Dove ora stanno i tuoi amichetti fancazzisti.




3 pensieri su “Bomba coronavirus a Milano: decine di infetti nei centri di accoglienza”

  1. Allo stesso modo in cui si dà precedenza ai giovani rispetto agli anziani, si deve dare precedenza ai contribuenti rispetto ai NON contribuenti: così funziona un sistema di sanità pubblica. Il problema è che l’Italia è un non-paese, un non-sistema che va smantellato al pù presto.

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