Lombardia, i soldi della Sanità spesi per il pediatra ai figli dei clandestini

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Vi chiederete dove finiscano i soldi delle vostre tasse. Ve lo chiederete ancora di più se contagiati dal coronavirus finirete in un ospedale dove vi diranno non esserci abbastanza posti letto in terapia intensiva. Dove magari, voi anziani, verrete sorpassati dal giovane migrante.

Bene, in tutta Italia e anche in Lombardia dallo scorso anno, i vostri soldi servono a pagare non solo le cure di emergenza ai clandestini, che purtroppo sono inevitabili, ma anche tutto il resto. Compreso il pediatra per i figli:

La giunta regionale, capitanata dal leghista Attilio Fontana, ha approvato dopo anni di discussioni, la norma che riconosce ai minori immigrati irregolari il diritto ad avere il pediatra, esattamente come avviene per tutti gli altri bambini. La decisione, presa a dicembre dalla Giunta, nel rispetto di una corretta applicazione delle norme nazionali per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera, sembra stridere con l’atteggiamento che in genere la Lega ha nei confronti dei clandestini. A puntare i riflettori sulla decisione della Regione è un stata approfondimento apparso sul Corriere della Sera Milano.

In realtà, l’iscrizione al servizio sanitario regionale per i bambini stranieri presenti sul territorio italiano a prescindere dal possesso del permesso di soggiorno è obbligatoria dal 2012 e nel 2013 era stata presentata una mozione dal centrosinistra per estendere le cure pediatriche ai figli degli immigrati irregolari. Su questa norma però si è a lungo discusso.

In Lombardia, con una delibera del 20 dicembre 2013, la Giunta di Roberto Maroni aveva stabilito l’iscrizione al servizio sanitario regionale degli irregolari in via sperimentale e con la possibilità di accedere alle cure pediatriche. All’inizio la misura è stata adottata per tre anni, per poi essere prorogata per il 2017 e il 2018. Fino ad arrivare al dicembre 2018 con una delibera che recita: «La sperimentazione si ritiene conclusa e l’iscrizione al servizio sanitario regionale viene assunta in via definitiva a partire dal 1° gennaio 2019». Le modalità previste sono: iscrizione dei minori stranieri irregolari al servizio sanitario regionale, senza però assegnazione di un pediatra specifico; la visita viene rimborsata al pediatra dal servizio sanitario nazionale (dai contribuenti) con 25 euro; tra i 14 e i 18 anni i minori possono rivolgersi a un medico di famiglia sempre a spese del sistema pubblico.

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Quindi anche la Lega cede al buonismo. Ovviamente, per il PD non è abbastanza.

Ricordiamo che non stiamo parlando di cure di emergenza, che ovviamente non si negano a nessuno, tranne a delinquenti e spacciatori, ma di assistenza a lungo termine.

Ora, se uno è clandestino, come è possibile che possa iscriversi al SSN? E’ una vergogna. Adesso che è al governo nazionale, la Lega deve cambiare le leggi come questa, non adeguarsi a livello regionale.

Sei clandestino? Io ti curo se hai un’emergenza, e poi ti rimando subito a casa.

Invece no. Se vostro figlio dovrà aspettare, è perché il figlio del clandestino si sta prendendo il suo tempo. E la famiglia non paga le tasse.

Quanto pensate che possa sopravvivere un sistema sanitario se pagano in 10 e lo sfruttano in 20? E’ per questo che negli Usa è tutto privato: perché in una società di immigrazione, un sistema sanitario pubblico universale non è sostenibile.




7 pensieri su “Lombardia, i soldi della Sanità spesi per il pediatra ai figli dei clandestini”

  1. È una legge nazionale anche qui in Emilia Romagna campeggia ben evidente che i clandestini hanno il diritto di essere curati nel rispetto della privacy e possono contare sulla professionalità dei medici. Questo è razzismo nei confronti nostri. Io tre mesi fa al pronto soccorso pediatrico notturno, quindi prima del coronavirus, ho aspettato due ore all’ospedale maggiore di Bologna per avere una visita medica. Mio figlio è entrato urlando e piangendo per mal di pancia forte. Io non abito a Bologna città, quindi ho dovuto fare un viaggio di circa tre quarti d’ora, cercare il parcheggio, correre al sesto piano e sentirmi dire di attendere perché c’erano delle persone. Eravamo in sette famiglie, solo io ed un’ altra eravamo italiani. In quel reparto il medico ed i due infermieri volano, peccato che il medico di notte debba dividersi fra il pronto soccorso ed il reparto di pediatria.

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