A son di abbracciare cinesi il Pd è finito in quarantena

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Il contagio di Zingaretti non è frutto del caso. E’ l’esemplificazione dell’inadeguatezza di una certa classe politica italiana. Che mentre molti di noi avvisavano dell’imminente esplosione del contagio, parlavano di abbracciare cinesi, si ingozzavano di involti plimavela e starnazzavano di razzismo e fascioleghismo.

Dal becero ignorante al Quirinale fino all’ultimo degli attivisti, la sinistra ha dimostrato la propria irresponsabilità. Già, non sarebbero adatti a guidare un Paese in una situazione normale, figuriamoci mentre infuria un’epidemia che potrebbe uccidere oltre un milione di italiani.

Mattarella andava dagli studenti cinesi, irridendo così la sensata proposta leghista di metterli in quarantena. Sala organizzava aperitivi e Zingaretti accorreva. Lo aspettava il coronavirus.

Sia chiaro, la sudditanza culturale ha colpito anche alcuni esponenti dell’altra sponda. Oggi la Lombardia è chiusa, ma noi non dimentichiamo Fontana strafogarsi di lavioli.

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Ma la grande massa di imbecilli è stata tutta dall’altra parte. Senza dimenticare i vari viappaioli, tutti con quel cazzo di involtino in mano, tutti con lo stesso sguardo da imbecille appena uscito dal culo di una giraffa e tutti a dare lezioni di ‘razzismo’ a chi diceva: attenti, sta arrivando la cinese.

E’ arrivata. E come nel caso di terrorismo, degrado e disoccupazione potevamo fermarla alzando muri e tagliando i ponti.

Perché nel caso di un virus è semplice comprendere il danno, è immediato, il danno che invece da decenni stanno facendo all’Italia con l’importazione senza limiti di immigrati è a lungo termine. Lo vedi, ma non ha lo stesso impatto oggettivo di un accoglione che si infetta.

Zingaretti con il coronavirus è la dimostrazione di questo. Che se non chiudi, finisci male.




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