Coronavirus, l’allarme di Ricolfi: per colpa di Conte si rischia 1 milione di morti

Vox
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I cerebrolessi stanno polemizzando per l’accusa a Conte di essere un criminale:

Conte offeso perché Meloni l’ha definito criminale: meglio assassino?

Leggete la durissima accusa di Luca Ricolfi al governo Conte.E badate bene, sono le parole di una persona piuttosto morigerata nell’usare toni allarmistici.

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Non ho molti dubbi sul fatto che gli storici del futuro avranno molto da dire sulle responsabilità del governo Conte.

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Errore 1: avere sottovalutato, nonostante le avvertenze degli esperti (il primo allarme di Roberto Burioni è dell’8 gennaio, ben due mesi fa), la gravità della minaccia dell’epidemia di coronavirus, non solo respingendo la linea rigorista dei governatori del Nord, ma tentando di approfittare politicamente delle circostanze: un’emergenza sanitaria è stata trattata come un’emergenza democratica, come se la posta in gioco fosse l’antirazzismo e non la salute degli italiani (il medesimo Burioni, per le sue proposte di quarantena, è stato accusato di fascio-leghismo).

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Il numero di persone già contagiate è molto più ampio del numero di positivi, e il numero di morti raddoppia ogni 48 ore senza, per ora, mostrare alcun segno di rallentamento. Il tasso di propagazione dell’epidemia, il famigerato R0, è tuttora largamente superiore a 2, probabilmente prossimo a 5 contagiati per infetto. Se, come molti esperti considerano possibile, il virus dovesse raggiungere anche solo il 20% della popolazione (12 milioni di persone), i morti non sarebbero il 3% (circa 360 mila) ma almeno il triplo o il quadruplo, ovvero 1 milione o più. In quel caso, infatti, i posti di terapia intensiva necessari per salvare i pazienti gravi non sarebbero sufficienti, nemmeno ove – tardivamente – il governo varasse oggi stesso un piano per raddoppiare o triplicare la capacità attuale (oggi i posti disponibili sono 5000, con 12 milioni di contagiati ce ne vorrebbero più di 50 mila, ossia 10 volte la capacità attuale).

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Questa eventualità, ossia che il coronavirus raggiunga un cittadino su 5, è così poco inverosimile che il Regno Unito la sta considerando seriamente come uno scenario possibile. E non voglio neppure pensare che cosa potrebbe accadere se, come alcuni esperti ritengono possibile, l’epidemia dovesse raggiungere quasi l’intera popolazione italiana. In questa situazione ci vorrebbe ben altro governo e ben altra classe dirigente, ma non è questo il tempo di fare considerazioni politiche. Oggi è il tempo di salvare l’Italia da una catastrofe potenzialmente peggiore di una guerra, e di farlo con i mezzi che abbiamo e il tempo ristrettissimo che ci sta davanti.

So di star per dire una cosa non provabile in modo inoppugnabile (i dati sono ancora parziali) ma solo plausibile, e tuttavia voglio dirla lo stesso, perché proteggere la mia reputazione di studioso è meno importante che avvertire di un pericolo che è largamente preferibile sopravvalutare che ignorare. Ebbene, nelle prossime 72 ore, se nulla cambia, è verosimile che l’Italia attraversi la barriera dei 60.000 contagiati, un limite oltrepassato il quale il rischio di interagire con persone contagiate diventa non trascurabile, ed enormemente più grande di quello che avevamo anche solo fino a un paio di settimane fa.

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Due cose, però, mi sento di dirle. La prima è che la priorità non può essere far ripartire l’economia subito, perché questo non farebbe che accelerare la circolazione del virus. Le risorse economiche dovrebbero essere indirizzate prima di tutto a moltiplicare le unità di terapia intensiva e sub-intensiva, perché quasi certamente fra 2 o 3 settimane i malati gravi saranno molto più numerosi dei posti disponibili. La seconda è che, se vogliamo limitare il numero dei morti, dovremo rinunciare, per almeno qualche settimana, a una parte delle nostre libertà e, probabilmente, anche a una frazione di ciò che siamo abituati a pensare come parte integrante della democrazia. Quando dico rinunciare alle nostre libertà, penso soprattutto alla libertà di circolazione e di spostamento. E quando dico rinunciare a una frazione della democrazia intendo dire che, se vogliamo salvare il servizio sanitario nazionale, dobbiamo avere il coraggio di nominare un commissario per l’emergenza, che sia competente, dotato di pieni poteri, di un budget adeguato, e completamente immune alle interferenze della magistratura e della politica.

E Conte non è un criminale? Non è da mettere sotto processo? Lui, il suo governo e il suo mentore al Quirinale?




2 pensieri su “Coronavirus, l’allarme di Ricolfi: per colpa di Conte si rischia 1 milione di morti”

  1. Ma l’Italia non ha gente che si occupa espressamente di queste cose? Come me ne sono accorto io con una dotazione obiettivamente ridicola ed un minimo di colpo d’occhio, un professionista avrebbe dovuto informare i propri capi praticamente in tempo reale. Certo, se i professionisti sono come quella ignorante del Sacco siamo a posto. E anche adesso che escono tutti dai tombini coi numeri dei nazisti, bastava fare due righe di conti banali e due telefonate per decidere cosa fare già a capodanno: avremo una cazzo di spia in Cina, o no?

  2. Ben detto da parte della Meloni. Come italiano residente all’estero ne posso testimoniare. Gli italiani emigrati durante il dopo guerra, spesso trattati malissimo, ci hanno messo una vita ad integrarsi e a costruirsi una buona reputazione. Conte e la sinistra, in poche settimane ci hanno riportato indietro di cinquant’anni. Imbecilli incapaci e/o criminali. La Francia e gli Stati Uniti stanno distribuendo i kit di controllo del coronavirus i quantità volutamente limitate, quindi i loro dati ufficiali sono minimizzati, per ragioni strategiche. Noi invece sembriamo l’isola dei pestiferati. L’impatto economico sarà altissimo e duraturo. Oggi le autostrade del nord Italia, indice del commercio e del turismo, vuote come una sera di Natale. Tra un pò i comunisti, se rimangono al governo, vorranno vietare anche quello.

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