Coronavirus sospende la democrazia: Conte chiude Parlamento e voto referendum

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Sia chiaro, le due decisioni erano inevitabili, ma questo va rimosso lo stesso.

Il rinvio del referendum costituzionale sul taglio del numero dei parlamentari è una certezza. Probabile che si decida di accorpare il referendum alle prossime elezioni regionali, sempre che si tengano, previste per il mese di maggio.

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Rimarrebbe quindi percorribile la via delle elezioni anticipate per settembre-ottobre. Anche perché, un governo così, non può rimanere in carica.

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Il Parlamento chiude per l’emergenza coronavirus. È la decisione presa dalla conferenza dei capigruppo: a marzo le sedute della Camera saranno aperte solo il mercoledì, mentre le commissioni si riuniranno esclusivamente per i provvedimenti urgenti. Nonostante la netta riduzione del calendario di lavoro, almeno i question time si svolgeranno regolarmente. Mercoledì 11 marzo, alle 11.30, si svolgerà il voto della Camera sulla relazione del governo al Parlamento per lo sforamento del deficit. La richiesta che da Palazzo Chigi vogliono fare all’Unione Europea è di sforare il rapporto deficit/pil per l’emergenza coronavirus: si parla di una cifra di almeno 3,6 miliardi, ma lo sforamento dovrà prima avere l’ok da parte del Parlamento. Il governo sta anche valutando la possibilità di rinviare il referendum per il taglio dei parlamentari, previsto per il 29 marzo ma difficilmente realizzabile vista la situazione in cui versa l’Italia: è in piedi l’ipotesi di un accorpamento della consulta popolare con le prossime elezioni regionali.

Questi dobbiamo andarli a prendere con i forconi. E le mascherine.




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