Nei consigli dei ministri degli ultimi due giorni sarebbe emerso un quadro drammatico ma realistico con quanto pubblicato in questi giorni da numerosi virologi.
Chi vi ha partecipato è rimasto impressionato: si ipotizzano dai 10mila ai 14mila contagi nelle prossime settimane.
Numeri che potrebbero far collassare il nostro sistema sanitario: se si superasse la soglia dei diecimila, infatti, il governo sarebbe costretto, almeno nelle intenzioni, ad aumentare del 100 per cento le unità di pneumologia e del 50 i posti di terapia intensiva sul piano nazionale. Insomma, il nostro sistema, così facendo, andrebbe in tilt.
E anche la mortalità del 3,4 per cento potrebbe salire. Insomma, si prevedono quasi mille morti nelle prossime settimane.
Noccioline, già da fine marzo si arriverà ai mille morti al giorno, e dopo sarà un crescendo inarrestabile di cui si perderà il conto.
Il problema di questa “nuova” Sdr. para-influenzale è l’elevato tasso di ospedalizzazione che interessa circa il 50% dei contagiati, saturando rapidamente i posti-letto dei reparti ospedalieri preposti: Reparti di malattie infettive, pneumologie e terapie intensive. I nodi di un SSN sotto-finanziato per logiche pseudo-liberiste stanno (finalmente oserei dire) venendo al pettine.
Reparti con organici sottodimensionati da anni di blocco del tour-over sia di medici che di infermieri erano in affanno già prima di questa epidemia (pandemia?). E l’attacco sistematico, continuativo, perverso della classe medica italiana, privata delle prerogative e delle competenze “di legge” produce il paradosso di una Sanità pubblica “gestita” da manager di dubbia formazione e di certa e sicura sponsorizzazione politica. Peccato che costoro ed i loro padrini di partito non ci cureranno né guariranno dal coronaVirus, né da qualsivoglia patologia.