Coronavirus, decreto governo chiude 10 aree infette: cittadini saranno prigionieri come in Cina

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Nel giorno dell’esplosione di contagi da coronavirus, il governo elabora un presunto piano per provare a contrastare quella che è ormai, a tutti gli effetti, un’epidemia che nelle ultime ore ha già fatto due vittime e ha contagiato oltre settanta persone. Di molti di loro non è nota la nazionalità.

In un Consiglio dei ministri fiume sono state prese in esame le misure che saranno contenute in un decreto legge. Si va dalla chiusura delle scuole alla sospensione di manifestazioni (anche sportive) e attività lavorative, passando per l’utilizzo delle forze dell’ordine e dei militari per far rispettare i protocolli adottati. “Al primo posto c’è la tutela della salute dei cittadini”, ha assicurato il premier Giuseppe Conte annunciando che sarà “adottato un decreto legge per il contenimento di questa emergenza”.

Avete avuto oltre un mese per prendere decisioni serie. Ora è tardi per almeno due di noi. Speriamo non lo sia per migliaia di noi.

“Il decreto legge ci consentirà di in-
tervenire per impedire l’allontanamento
dal Comune da parte di individui che
si trovano nelle aree di focolaio”. Lo
ha detto il premier Giuseppe Conte al
termine del Cdm.

“Nelle aree interessate disponiamo la
sospensione delle attività lavorative e
delle manifestazioni pubbliche”.

“E’ una situazione in continua evolu-
zione. Dobbiamo sempre essere pronti a
intervenire con nuove misure”, ha detto
ancora Conte.

Ora, per carità, isolare le aree infette è una giusta precauzione, anche se in un Paese come l’Italia è difficilmente fattibile, ma se fossimo in un’area interessata saremmo un tantino incazzati verso chi poteva pensarci prima chiudendo le frontiere. E che magari domattina farà sbarcare l’ennesima nave Ong senza controlli.

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Anche perché, è virtualmente impossibile che in Italia ci siano più di 70 casi e in Africa, dove vanno e vengono milioni di cinesi, solo 1.

Dopo avere spalancato le frontiere al coronavirus, ora rinchiudono gli italiani. O fermi le minacce al confine, o poi sei costretto a questo.

Aree focolaio presidiate da agenti e militari. Divieto di allontanamento e di ingresso nelle aree ‘focolaio’ del virus, dunque, che saranno presidiate dalle forze di polizia e, in caso di necessità, anche dai militari, con sanzioni penali per chi viola le prescrizioni. Stop alle gite scolastiche in Italia e all’estero, sospensione di tutte le manifestazioni pubbliche – a partire da tutte quelle previste per domani in Lombardia e Veneto, compresa la serie A – quarantena con «sorveglianza attiva» per tutti coloro che sono stati in contatto con casi confermati del virus. E ancora, chiusura di scuole, negozi e musei, stop a concorsi, attività lavorative private e degli uffici pubblici, fatti salvi i servizi essenziali, limitazione per la circolazione di merci e persone.

Il Consiglio dei ministri, al termine di una riunione fiume nella sede della Protezione Civile, approva un decreto con misure durissime per tentare di arginare il diffondersi del coronavirus dopo l’esplosione dei focolai in Lombardia e Veneto e il primo caso registrato in Piemonte. che ha portato il totale dei numeri a 76. «Abbiamo adottato un decreto per tutelare la salute degli italiani, che è quella che ci sta più a cuore e che nella gerarchia dei valori costituzionali è al primo posto» dice il premier Giuseppe Conte ripetendo più volte che gli italiani «devono avere fiducia» della politica e delle istituzioni scientifiche, che stanno facendo tutto il possibile.

Le misure di cui parla il presidente del Consiglio riguardano al momento i dieci comuni del lodigiano individuati già ieri, dove vivono oltre 50mila persone, e l’area di Vò Euganeo, in provincia di Padova. Saranno, a tutti gli effetti zone rosse: non si entra e non si esce. Non solo: all’interno delle zone focolaio «l’accesso ai servizi pubblici essenziali e agli esercizi commerciali per l’acquisto di beni di prima necessità – dice il decreto – è condizionato all’utilizzo di dispositivi di protezione individuale». E a tutti coloro che hanno avuto «contatti stretti con casi confermati» dovrà essere applicata la «misura della quarantena con sorveglianza attiva». Ma come si farà a far rispettare il divieto? Il decreto prevede che siano le forze di polizia a garantire «l’esecuzione delle misure» e, «ove occorra», si potrà ricorrere anche all’utilizzo dei militari.

«Il mancato rispetto delle misure di contenimento è punito ai sensi dell’articolo 650 del codice penale», che prevede una multa e l’arresto fino a 3 mesi. Misure pesantissime, dunque, che potranno essere estese anche ad altre aree nel caso fosse necessario. «Dobbiamo essere flessibili anche perché non è detto che le misure prese oggi siano utili domani» ha ammesso il premier. Non ci sarà, invece, la sospensione di Schengen, come aveva chiesto Matteo Salvini quando il governo ha informato l’opposizione delle misure che sarebbero state prese.

Insomma, frontiere spalancate e italiani prigionieri. Tipico di Conte.

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