Il coronavirus fa crollare le emissioni CO2 del 25%

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E’ uno degli effetti positivi collaterali dell’epidemia di coronavirus in Cina. La quarantena in diverse delle regioni produttive cinesi, con la paralisi delle attività economiche con blocco del traffico e chiusura delle fabbriche.

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Questo ha avuto per effetto la riduzione di un quarto le emissioni di anidride carbonica (CO2), secondo un studio formulato da esperti del Center for Research on Energy and Clean Air (con sede in Finlandia) e pubblicato ieri dal sito web Carbon Brief.

Una riduzione della produzione dal 15% al 40% nei principali settori industriali ha portato le emissioni di CO2 da 400 a 300 milioni di tonnellate nelle ultime due settimane, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il 25% in meno per la Cina: il 6% su tutto il pianeta Terra.

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Sempre secondo lo studio, anche le emissioni di biossido di azoto – (NO2), un gas irritante altamente inquinante emesso dal traffico stradale – sono in picchiata: i livelli medi registrati in questo periodo sono calati del 36% rispetto allo stesso periodo del 2019. Gli autori dello studio sostengono inoltre che i numeri non sorprendono poiché “il consumo di energia della Cina è ampiamente dominato dall’industria e dal trasporto merci”.

La Cina, da sola, è responsabile di circa il 27% delle emissioni mondiali. Dietro il climate change non ci sono le emissioni di CO2, ma se fosse così, la colpa sarebbe della Globalizzazione. Non certo nostra.




3 pensieri su “Il coronavirus fa crollare le emissioni CO2 del 25%”

  1. L’inquinamento nel mondo é causato principalmente da Cina e India, perché non esistono norme che regolano l’emissione di sostanze inquinanti nell’aria come qui da noi. Ma i gretini non lo dicono però.

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