Coronavirus, Burioni contro Toscana: “Mettete cinesi in quarantena o rischio catena di contagi”

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Il virologo sulla decisione di Governo e Regione di non sottoporre all’isolamento i 2.500 cinesi che stanno rientrando nella zona di Prato e Firenze dalla Cina: “È una decisione sbagliata. Spero che la Toscana ci ripensi”

Sono 2.500 i ritorni previsti in Toscana dalla Cina. È necessaria la massima prudenza.

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A quanto leggo dai giornali, circa 2.500 persone stanno tornando dalla Cina in Toscana. Scrivo di proposito “persone”, in quanto la nazionalità, la provenienza, il sesso e qualunque altra caratteristica di questi 2.500 è totalmente irrilevante. Il coronavirus infetta tutti, senza distinzioni. Tornano dalla Cina, un luogo dove è in atto una gravissima epidemia, della quale è molto difficile interpretare i numeri. Quelli ufficiali sono molto poco attendibili e istituti molto autorevoli, come l’Imperial College di Londra, stimano che solo una minima parte delle infezioni venga correttamente diagnosticato. Come risultato, è complicato sapere la vera situazione nelle varie regioni della Cina; sarebbe quindi opportuno, a mio giudizio, adottare la massima prudenza.

La prudenza è d’obbligo

Questa prudenza è indispensabile, sempre secondo me, perché la malattia – oltre che molto grave, pensate ai due poveri cinesi in rianimazione da quasi 20 giorni – sembra essere estremamente contagiosa. Di nuovo i dati cinesi sono difficili da interpretare, ma i 454 infetti su 3700 nella nave giapponese Diamond Princess lasciano pochi dubbi. Sappiamo con certezza che la malattia ha un’incubazione libera da sintomi (pensate all’italiano imbarcato a Wuhan e poi ammalatosi, dopo visite rigorose che l’avevano trovato perfettamente sano) e sappiamo con altrettanta certezza che il contagio può avvenire anche da persone che hanno dei sintomi se non assenti, certamente minimi. Uno o più di questi 2500 individui che ritornano dalla Cina potrebbe essere infettato, essere momentaneamente in perfetta salute e tra qualche giorno ammalarsi, infettando altre persone e iniziando una pericolosissima catena di contagi che a quel punto potrebbe essere molto difficile da fermare.

L’atteggiamento della Regione Toscana

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Per questo non riesco a capire per quale motivo la Regione Toscana si intestardisca ad affermare che la quarantena non è necessaria. Sarebbe un minimo sacrificio per i 2500 cittadini che porterebbe però una grandissima sicurezza per tutti gli altri. Nessuno pretende che vengano rinchiusi in un carcere: basterebbe chiedergli di rimanere a casa per due settimane. La stessa cosa che molte multinazionali chiedono ai loro dipendenti che tornano dalla Cina. Limitandosi, come leggo, ad aprire un ambulatorio nel quale queste persone potranno recarsi in caso di malattia (quindi troppo tardi), la Regione Toscana decide di fare correre ai suoi cittadini un rischio evitabile con un minimo disagio per pochissimi di loro. La decisione è a mio giudizio sbagliata, ma non mi stupisce più di tanto, arrivando proprio da quella stessa Regione che senza il minimo pudore offre nell’ambito del suo Servizio Sanitario la medicina omeopatica (inefficace e implausibile secondo la scienza) a spese del cittadino.

Speriamo che una buona dose di fortuna possa compensare l’azzardo. Se non succederà niente, qualcuno dirà che è stato un allarme inopportuno. Certamente sono gli stessi che quando rivendono l’automobile con l’airbag intatto si lamentano della spesa che hanno sostenuto per qualcosa che si è rivelato inutile, perché non sono andati a sbattere.

Tranquillo, Burioni, il PD ha la soluzione:

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Un pensiero su “Coronavirus, Burioni contro Toscana: “Mettete cinesi in quarantena o rischio catena di contagi””

  1. Anche in Iran hanno la soluzione: stamane due contagiati, oggi pomeriggio due morti. Non si sa se siano Cinesi. Assai probabile. Come assai probabile che li avessero per le mani già ad inizio mese.
    “Bianchi” morti attualmente non se ne vedono. Ma si sa, le razze sono solo un costrutto sociale.

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