Duccio Dini ammazzato dai rom, Il pm: “Vittima di incultura zingara”

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Duccio Dini, il ragazzo italiano ammazzato dopo esser stato travolto, il 10 giugno 2018 a Firenze, da un’auto durante una specie di faida tra zingari i rom, “fu vittima incolpevole, vittima sacrificale di una incultura”, “una incultura Rom”, “una incultura zingara” basata “su un atteggiamento di spregio verso la figura femminile”.

Lo ha detto un magistrato, il pm Tommaso Coletta, durante la prima fase della requisitoria al processo.

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Quindi si può dire che gli zingari hanno una non cultura senza essere perseguitati dai giudici o lo possono dire solo loro?

Duccio Dini, investito nelle strade di Firenze mentre era fermo sullo scooter per rispettare un semaforo rosso. “Andate a sentenza non per vendicare Duccio Dini”, ha aggiunto il pm Coletta rivolto alla corte. Per la morte del 29enne sono imputati sette Rom, tutti accusati di omicidio volontario sotto il profilo del dolo eventuale: Kole Amet, 41 anni; Kjamuran Amet, di 39; Renzi Amet, 67 anni; Emin Gani, 29 anni; Antonio Mustafa, di 46 anni; Dehran Mustafa, 38enne; Renzi Mustafa, 22enne.

Il pm ha chiesto condanne fino a 22 anni di reclusione. Chiesti 22 anni per Kjamuran Amet, 21 e 6 mesi per Remzi Amet, Remzi Mustafa, Dehran Mustafa e Antonio Mustafa, 9 anni per Kole Amet ed Emin Gani. Il pm ha chiesto anche la confisca delle auto coinvolte nell’inseguimento e la trasmissione degli atti alla procura per falsa testimonianza riguardo a un altro nomade, accusato di aver affermato falsamente in aula di aver accompagnato Renzi Amet sul luogo dell’incidente, sostenendo dunque che l’uomo non fosse stato coinvolto nell’inseguimento. La circostanza è contestata dal pm al punto da considerarla falsa testimonianza.

I parenti dei rom rumoreggiano in aula – Commenti, frasi e rumori di disapprovazione ci sono stati dentro l’aula bunker di Firenze, in corte di assise, da parte dei parenti dei rom imputati della morte del 29enne Duccio Dini, quando il pm Tommaso Coletta ha chiesto condanne fino a 22 anni per omicidio volontario sotto il profilo del dolo eventuale. Quando il pm ha concluso la requisitoria con le richieste di condanne, i parenti in aula dei rom hanno rumoreggiato alcuni istanti.




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