La Consulta ha un presidente accoglione e razzista: “Tutelare prima gli immigrati”

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La Consulta è un potere opaco che decide sulla vita dei cittadini senza che i cittadini abbiano voce in capitolo: questo è antidemocratico.

La presidente della Consulta incensata da «Repubblica»: «La Carta tuteli tutti a partire da poveri, migranti e carcerati».

Posted by La Verità on Monday, February 17, 2020

Ignoranza. E razzismo contro gli italiani. La Costituzione, che comunque è obsoleta e deve essere adattata alla realtà che viviamo, parla di cittadini, non di migranti. Che non essendo cittadini non hanno alcuna tutela costituzionale tranne quella minima di tutti gli esseri umani.

E poi mettere sullo stesso piano i poveri e i migranti è stupido e tipico del pensiero accoglione.

La sinistra globalista e venduta controlla la Consulta da decenni. E la Consulta, ultima ridotta dell’Oligarchia, è un organo antidemocratico che nega la sovranità popolare alla radice.

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Non basterà prendersi il governo. Il prossimo Parlamento sovranista deve mettere in condizione di non nuocere la Consulta, una sorta di consiglio dei mullah di sinistra negli anni infarcito da presidenti della Repubblica abusivi di radical chic anti-italiani di centrosinistra. E’ una entità anti-democratica: in 15, e a maggioranza, decidono se una legge voluta dai cittadini è o meno ‘costituzionale’. Tanto vale avere il Re. Almeno è più divertente.

E sono dei parassiti.

La retribuzione annua netta che percepisce un giudice della Corte Costituzionale è pari a 427.416,99 euro mentre il Presidente – per il suo lavoro in più(?) – percepisce 512.900,44 euro compresa l’indennità di rappresentanza.
Per dare un ordine di grandezza: un giudice della corte costituzionale percepisce in un giorno, quanto un operaio percepisce in un mese, ovvero circa 1.400 euro: chi dei due partecipa di più alla creazione di ricchezza del paese?

Stipendi vergognosi per individui che non fanno praticamente nulla per il paese, se non vomitare sentenze dannose e di parte.

Ma non basta, al termine del loro “servizio”, che dura qualche anno, percepiscono una pensione e un’indennità di buonuscita che varia in relazione ai percorsi professionali di ciascun Giudice costituzionale e quindi alle differenti posizioni maturate nel corso della carriera.

I veri privilegi non sono in parlamento – anche se ce ne sono – sono nelle magistrature e nelle varie oligarchie burocratiche.

Ah, se per caso ve lo foste chiesto, sì, hanno anche l’auto blu. Infatti un’autovettura è assegnata a tutti i Giudici in virtù di un regolamento interno – si fanno i regolamenti “interni” per assegnarsi privilegi – ed in considerazione – scrive un portavoce della Consulta – della particolare posizione rivestita dagli ex membri della Corte, che continuano a far parte di commissioni, gruppi di lavoro, delegazioni per incontri istituzionali in Italia e all’estero. Ma quale posizione, quale “lavoro”…

La Corte Costituzionale è l’architrave dell’autoconservazione di questo sistema corrotto.