Le 1.400 bambine stuprate dai suoi di cui Rula non parlerà mai

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Chi sa o si ricorda di Rotherham? La cittadina inglese dove per anni almeno 1400 ragazze minorenni sono state aggredite sessualmente, molestate o violentate da gang di maschi islamici.
Per sedici anni i fatti sono stati taciuti da istituzioni negligenti e timorose di essere accusate di “razzismo” o “islamofobia”. Dagli assistenti sociali alla polizia fino ai giudici nessuno ha voluto sfiorare un argomento che avrebbe voluto dire denunciare il barcone del multiculturalismo.
Mohammed Shafiq, a capo di una organizzazione giovanile musulmana, la Ramadhan Foundation, confiderà al Daily Mail che “gli asiatici non tendono ad andare con ragazze delle loro comunità, perché qualcuno potrebbe venire a bussare alla loro porta. Non vogliono padri o fratelli, o leader delle comunità che si scaglino contro di loro”.

Le vere donne violate di cui Rula non parlerà mai

Nel 2015, un anno dopo che lo scandalo scoppiasse, la British Muslim Youth in un messaggio su internet ancora ordinava ai giovani musulmani di boicottare le indagini delle forze dell’ordine, magari facendo scoppiare qualche bella rivolta contro gli “islamofobi”. Eppure nessun discorso contro la violenza sulle donne ha mai osato denunciare fatti simili. Che poi non sono accaduti solo a Rotherham, ma anche a Oxford, e poi Bristol, Derby, Rochdale, Telford,Peterborough, Keighley, Halifax, Banbury, Aylesbury, Leeds, Burnley, Blackpool, Middlesbrough, Dewsbury, Carlisle… Sono più di 15 le città di una delle patrie per eccellenza del “multikulti”, il Regno Unito, in cui musulmani di origine pakistana e afghana andavano a caccia di bambine bianche.

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“Per gli abusi sessuali si sono serviti di coltelli, mannaie, mazze da baseball, giocattoli sessuali… Gli abusi erano accompagnati da comportamenti umilianti e degradanti – quanta delicatezza e parsimonia di giudizio! ndr – come mordere, graffiare, urinare, picchiare e ustionare le ragazzine. Le violenze sessuali sono state compiute spesso da gruppi di uomini e, a volte, la tortura è andata avanti per giorni e giorni. […] I luoghi in cui sono state effettuate le violenze spesso erano case private di Oxford. Gli uomini che pagavano per violentare le ragazze non erano sempre di Oxford. Molti venivano, appositamente, anche da Bradford, Leeds, Londra e Slough. Spesso previo appuntamento”, si leggerà in un estratto del rapporto della procura inglese alla fine di uno dei tanti processi degli ultimi anni. Tanti altri sono ancora in corso. E chissà perché nessuno ne scrive.

“Tutte le donne bianche sono buone solo a una cosa. Per gli uomini come me sono da abusare e utilizzare come spazzatura. Nient’altro”, è un altro degli imputati, uno della gang islamica, a parlare.
Ed è meglio non approfondire i numeri, perché quelli lì sono davvero agghiaccianti.
La stessa Svezia che i media hanno continuato a difendere dagli “attacchi insensati” di Donald Trump; la Svezia dell’Ikea che ci ricorda ogni giorno che, a conti fatti, vale tutto, l’importante è sentirsi se stessi; la Svezia che ancora qualcuno osa portare a modello di integrazione e oasi di pace. Quella Svezia lì, come il Regno Unito, ha visto perpetrare abusi sessuali di massa da immigrati islamici nell’occasione di due affollatissimi festival musicali nazionali.

E sempre a proposito di violenza sulle donne, quanti monologhi sono stati fatti dopo il capodanno di Colonia del 2016? E sulle misure adottate per gli anni successivi? Sarebbe stato bello ascoltare, poi, monologhi sulla solidarietà femminile quando la deputata laburista Sarah Champion è stata costretta alle dimissioni. Perché dopo anni di denunce aveva osato scrivere un editoriale in cui denunciava le bande di pakistani che, a zonzo per il Paese, violentano le ragazzine bianche. Considerazioni troppo disdicevoli per la sinistra inglese.

Una di quella 1.400 bambine era Sarah, una delle vittime degli orrori di Rotheram, epicentro dello scempio degli stupri islamici di bambine inglesi.

Sarah venne violentata per più di quattro anni di fila. A volte anche da decine di immigrati musulmani in una sola notte. Sua sorella minore, Laura, è invece stata uccisa a 17 anni da un giovane pakistano, uno delle gang di stupratori: pugnalata e gettata in un canale da Ashtiaq Ashgar.

Sarah ha raccontato del ‘lavaggio del cervello’ da parte dei suoi aguzzini, uomini pakistani residenti nella città del South Yorkshire una gang di immigrati che prendeva di mira ragazzine fragili, in situazioni familiari difficili.

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Per lei, 11 anni, era diventato ‘normale’ soddisfare i loro ‘bisogni sessuali’.

Il suo tragico racconto è in un libro – Violated (Violata) – che consigliamo al ministro del governo Renzi Del Rio, ai cazzari di Butac.it, Bufale.net e ad altri diffamatori di professione – nel quale fa un resoconto drammatico della sua straziante esperienza. Della sua sorellina Laura uccisa. Di come la drogassero per renderla succube e poi stuprarla.

E’, in fondo, la storia dell’Europa stuprata dall’immigrazione, che si incarna nella vicenda sua,e delle migliaia di bambine inglesi stuprate per anni da gang di immigrati pakistani: 1.400, nella sola città di Rotheram e dintorni. Nel silenzio delle autorità (da qui lo scandalo): perché indagare ‘sarebbe stato razzista’.

La stessa frase utilizzata dal ministro del governo Renzi per minacciare chi scrive, quando pubblicammo, per primi in Italia, la storia di un’altra vittima, stuprata in una notte da 30 immigrati.

E parla Sarah. Racconta di come abitualmente abusarono di lei fino a quando aveva 16 anni, poi hanno perso interesse, perché era ‘troppo grande’. Sono passati ad un’altra. Carne fresca. Ne avevano a migliaia, ‘grazie’ alla collaborazione di Onlus e assistenti sociali: il vero cancro dell’Occidente.

Racconta Sarah. Racconta di una sera, quando aveva 12 anni: la portarono in auto lontano, in campagna, e lì la costrinsero a ‘soddisfare’ 12 uomini alla volta. E non doveva fiatare.

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La sua ‘iniziazione’ arrivò una sera, quando la stuprarono, ad 11 anni, nella palestra di scuola. Dà lì iniziò tutto. Gli assistenti sociali non vollero aiutarla a denunciare gli immigrati – paura del ‘razzismo’ – e lei, a quell’età, pensò fosse normale subire in silenzio.

Come, del resto, i media insegnano a tutti noi: subire l’immigrazione in silenzio.

“Dovresti uscire di qua. Dovresti dimetterti. Figlio di *******! Hai lasciato che abusassero di noi. Hai lasciato che uccidessero mia sorella!”. A urlare queste parole in faccia all’ex commissario di polizia dello South Yorkshire, nel 2014, è proprio Sarah Wilson, una della vittime dello scandalo di sfruttamento sessuale minorile di Rotherham: millequattrocento bambine stuprate da varie gang pachistane dalla fine degli anni ’90 al 2013.

Come già scritto, Sarah e Laura sono ‘solo’ due delle migliaia di vittime degli stupri etnici che hanno sconvolto l’Inghilterra in questi decenni. Perché quando la furia islamica incontra il politicamente corretto, la tragedia è assicurata.

E ora gli stupri etnici sono qui. Pamela. Desirée. E tante altre di cui non conosciamo il nome.




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