Roberto Burioni offre un aggiornamento sul coronavirus a Che tempo che fa. “I dati che arrivano dalla Cina possono essere poco affidabili – esordisce il virologo da Fabio Fazio – e quindi non è sbagliato immaginare che i casi siano molti di più. Questo però significa che la mortalità è inferiore”. Una buona notizia, seguita però da una negativa: “Il coronavirus è il più difficile da fermare. Speriamo che la Cina ci riesca, noi invece abbiamo una sola strada, ovvero mettere in quarantena le persone a rischio”. Dopo aver ribadito che non è assolutamente il caso di andare in vacanza in Cina in questo periodo, Burioni esprime il suo parere su una possibile cura: “Sul vaccino e sui farmaci non ci possiamo contare a meno che un farmaco già utilizzato per qualcos’altro funzioni per il coronavirus”.
"Noi speriamo che la Cina riesca a fermare il virus, nel frattempo noi abbiamo solo una strada: mettere in quarantena le persone a rischio."
Riascoltiamo le @RobertoBurioni a #CTCF in merito al #coronavirus pic.twitter.com/mmoe8IRhPi
— Che Tempo Che Fa (@chetempochefa) February 9, 2020
Beh, no. Se nascondono i dati reali nascondono anche il numero dei morti. Comunque, Burioni ammette: solo la chiusura delle frontiere protegge dai danni della globalizzazione.
Se al tempo avessero chiuso i porti alle navi dalla Cina, la peste non sarebbe in Europa.
Il canale è ripartito: siamo ormai ragionevolmente certi che la trasmissione aerea sia un fatto assodato.
Fonte australiana che cita la fonte di Shanghai (Zeng Qun) di cui scrivevo stamane.
https://archive.ph/qZZZH