Coronavirus, i veri numeri: 50mila contagiati al giorno in Cina

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Secondo innumerevoli fonti, compresa quella di Neil Ferguson, direttore del Centre for Global Infectious Disease Analysis dell’Imperial College di Londra, gli infetti in Cina sono nell’ordine di milioni.

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In base al modello matematico creato dal suo team, i contagiati al 18 gennaio erano già 2.000, e non i 50 comunicati dalle autorità cinesi. Mentre i decessi crescono di giorno in giorno, il governo di Pechino riferisce di 31.161 contagi nella sola Cina. Ma la cifra non convince gli scienziati occidentali, considerato anche il comportamento censorio assunto nei confronti del deceduto medico di Wuhan che avvertì sul virus. E la quarantena imposta a quasi cento milioni di cinesi: non si attuano queste iniziative se per qualche migliaio di contagiati.

L’istituto londinese crede che i numeri siano ancora più allarmanti di quanto vogliano far credere le autorità cinesi. “50.000 contagi al giorno, solo il 10% dei casi scoperti e il picco del virus non ancora raggiunto“.

“All’estero- continua il direttore – abbiamo individuato solo un quarto dei casi”. Dunque la bomba del coronavirus deve ancora esplodere con tutta forza. Preoccupazioni acuite dall’assenza di cure mediche idonee e dalla lunga attesa per il vaccino. Per il momento, si può soltanto intervenire sull’isolamento del virus con misure di quarantena”, conclude Ferguson.

Numeri che avevamo già intuito tenendo conto che se 1 italiano sui 56 in quarantena alla Cecchignola è risultato contagiato, significa che almeno il 2 per cento della popolazione delle zone colpite lo è. E parliamo di milioni di persone.

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Questo rende probabile che gli infetti in Africa siano già migliaia.

Intanto arrivano testimonianze non confermate dall’epicentro, lo Huoshenshan Hospital di Wuhan, corredate da foto con “prova della data”.

Meno del 50% dei contagiati guarisce. – Il 30% dei morti muore per “febbre”, senza arrivare allo stadio dove si sviluppa la polmonite. Fra il 5 ed il 10% dei contagiati sono testati positivi senza aver ancora sviluppato alcun sintomo.
I pazienti arrivati allo stadio pneumologico vengono rimandati a casa e quindi non compaiono nell’elenco ufficiale dei morti: il ritmo di turnover è di circa 400 al giorno. Non si sa poi che fine facciano.
I quadri del partito ed i militari hanno accesso a strutture diverse dove la percentuale di guarigione è più alta, ma sono siti totalmente amministrati dall’esercito a cui non ci si può avvicinare.
Non ci sono dati dalle altre aree.

Dalle foto sembra che il testimone sia all’interno di una camera di decontaminazione UV di fabbricazione russa.