E’ allarme, 80 miliziani islamici sbarcati in Sicilia: “Governo italiano non li ha fermati”

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Stanno arrivando alla spicciolata. In piccoli gruppi, sui barconi, come se fossero rifugiati che scappano dalla guerra. Chiedono alle autorità italiane l’asilo politico. Ma in realtà sono soldati, o meglio miliziani, siriani assoldati dalla Turchia per andare a combattere in Libia contro Khalifa Haftar, leader forte della Cirenaica contrapposto al premier libico riconosciuto dalla comunità internazionale Fayez al-Sarraj. Il fatto però è che, una volta in Libia, decidono di scappare alla volta dell’Europa.

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Fonti libiche parlano di almeno un’ottantina di miliziani già partiti e un altro centinaio in attesa. Questi ultimi avrebbero già pagato la caparra ai trafficanti. La notizia circolava da settimane sui media in Libia e in Siria, ma non ha mai trovato riscontro né alla Farnesina né al Viminale.

Il Ministero degli Esteri italiano, contattato da TPI, ha negato di saperne qualcosa. Fonti del Viminale hanno negato formalmente a TPI che esistano riscontri in tal senso, aggiungendo che qualunque persona sbarchi in Italia viene controllata attentamente.

Fonti militari e diplomatiche, invece, hanno confermato l’arrivo di almeno una dozzina di miliziani, chiedendo però l’anonimato visto la delicatezza della questione.

La notizia è stata confermata anche da fonti vicine all’intelligence francese.

Così scrive in un articolo pubblicato ieri il giornale di sinistra TPI. Che poi aggiunge la testimonianza di un militare di Bengasi, quindi dei ranghi del generale Haftar, che afferma di avere “avvisato l’Italia ma non ha fatto nulla”.

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Non solo: “Abbiamo avvisato il governo italiano di questo pericolo. Abbiamo fornito i dettagli del viaggio. Ma, per quanto ne sappiamo, l’Italia non ha fatto nulla”, ha detto sempre all’inviato di TPI.

Abbiamo quindi migliaia di terroristi islamici – perché questo sono i miliziani siriani che hanno sostenuto ISIS – che stanno arrivando alla spicciolata sui barconi e sulle navi delle Ong. Cosa del resto nota da anni.

L’articolo di TPI non ha avuto, come ovvio, il risalto mediatico che avrebbe meritato. E ripropone l’allarme lanciato settimane fa dall’Ammiraglio Nicola De Felice.

Il caos in Libia – aveva avvisato – rischia di farci catapultare foreign fighters dell’Isis già combattenti in Siria direttamente in Sicilia.

Quello che deve preoccupare di più – aveva poi concluso – è l’incosciente che spola delle navi delle Ong tra le coste libiche e l’Italia, potenziali traghettatori di cellule terroristiche.

Terroristi sono arrivati in Italia con le navi delle Ong.




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