Tradimento M5s, pioggia di soldi sui giornali: italiani dovranno mantenerli fino al 2022

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Ancora un tradimento dei cinquestelle. Dopo l’aumento della paghetta agli immigrati, ecco la marchetta ai giornali di regime.

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Raddoppia da 12 a 24 mesi lo slittamento dei tagli ai contributi diretti all’editoria disposti dall’ex sottosegretario all’Editoria Vito Crimi (M5S). Come scrive Prima Comunicazione, è quanto prevede un emendamento depositato al decreto milleproroghe all’esame della Camera a firma del relatore, Fabio Melilli del Pd, che modifica i termini previsti dalla legge di bilancio 2020. Il prolungamento a 2 anni dello slittamento è disposto in attesa della revisione organica della normativa a tutela del pluralismo dell’informazione, ovvero della legge Editoria 5.0 cui sta lavorando l’esecutivo.

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Sempre come riferisce Prima Comunicazione, un altro emendamento chiarisce che “non possono accedere” al contributo diretto previsto per l’editoria “le imprese editrici di quotidiani e periodici partecipate, con quote maggioritarie, da gruppi editoriali quotati o partecipati da società quotate in mercati regolamentati”. La norma riguarda in particolare testate come Italia Oggi, con cui è aperto un contenzioso con la Presidenza del consiglio, e va nel senso proprio di trovarne una definizione. Si stabilisce in particolare che per l’esclusione ai contributi serve che la partecipazione di società quotate al capitale di imprese editrici che chiedono i contributi sia con “quote maggioritarie”.