Coronavirus, a Prato è sindrome cinese: 30mila cinesi da zona infetta

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Anche Wenzhou è in quarantena. La città, da dove proviene la maggior parte di cinesi che risiedono a Prato e in Italia. Tanto che diversi scienziati credono sia la vera origine del virus, prima di Wuhan:

Coronavirus: in quarantena Wenzhou, la città da dove arriva il 90% dei cinesi ‘italiani’

Con oltre 9 milioni di abitanti, da due giorni ha chiuso strade, scuole, uffici, università, mezzi pubblici e perfino i caselli autostradali. Le famiglie dovranno restare in casa. Una notizia non certo confortante vista la massiccia presenza a Prato di orientali provenienti proprio da quella zona della Cina. La preoccupazione sale ma il PD, responsabile primo di questa invasione che nei decenni ha trasformato Prato in una provincia cinese, invitano alla calma e a non creare allarmismi ‘ingiustificati’.

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Ieri l’amministrazione comunale, che si regge su consiglieri cinesi, ha fatto sapere di monitorare costantemente la situazione e di essersi attivata su più fronti tenendo contatti con l’Asl, la Regione Toscana, la Prefettura e il consolato di Cina.

Da quando è scattata l’emergenza i problemi maggiori si sono avuti proprio nelle scuole dove i genitori degli alunni italiani si sono detti preoccupati e hanno anche minacciato di non mandare in massa i figli a scuola. “A me non sono arrivate comunicazioni di questo tipo – spiega l’assessore alla Pubblica Istruzione Ilaria Santi – Al momento c’è stata collaborazione fra presidi, rappresentanti dei genitori e Comune. Certo, la circolare del Ministero, che avevamo richiesto espressamente, non dà informazioni precise. Prato è una realtà particolare e dovrebbe essere trattata come tale”.

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L’avete resa particolare voi. E si chiama invasione.

Il Comune tende a rassicurare spiegando che “la circolare del ministero della Salute per le scuole, pur non prevedendo nessun provvedimento specifico per gli studenti rientrati da assenze per motivi di viaggio, invita gli insegnanti a monitorare eventuali sintomi”, quindi “per dare un supporto alle scuole, ai dirigenti scolastici, agli insegnanti e a tutto il personale”. Per poter fornire informazioni dirette l’amministrazione comunale di Prato sta organizzando per i prossimi giorni un incontro tra i dirigenti scolastici e la Asl, ricevendo l’immediata disponibilità da Renzo Berti, direttore del dipartimento della prevenzione. L’incontro sarà l’occasione per poter rispondere a qualsiasi dubbio e richiesta di informazioni da parte delle scuole”.

A Prato vicono tra i 20mila e 30mila cinesi, tutto provenienti o quasi da Wenzhou, che vanno e vengono dalla Cina. Che sono andati e venuti dalla Cina fino all’altro giorno. E in molti casi continuano. L’incertezza sui numeri è dovuta alla massiccia presenza di clandestini. Per natura non certo monitorabili: ma state tranquilli, lo dice il PD.

Nel frattempo, mascherine e igienizzanti per le mani sono andati esauriti in tutte le farmacie della città. Già da giorni non si trovano più, soprattutto nella zona di Chinatown.

State sereni. E state sereni anche a Roma, Milano e nelle altre città con quartieri cinesi.




3 pensieri su “Coronavirus, a Prato è sindrome cinese: 30mila cinesi da zona infetta”

  1. Le “vocine” parlano di 25 città per un totale di circa 80 milioni di persone sotto “lockdown”. Tutti gli eventi pubblici annullati. Hanno chiuso Disneyland a Shanghai e oltre settantamila cinema nelle zone a rischio. A Hong Kong pare (ma non ho notizie di prima mano) che siano chiusi tutti gli esercizi pubblici. 5 casi sospetti in Botswana. La cacca sta apparentemente colpendo il ventilatore.

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