Il trucco del voto disgiunto: è allarme brogli in Emilia Romagna

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Il timore della Lega non è tanto il voto disgiunto in sé, che rimane un’eventualità comunque non così forte da decidere un’elezione che pure è sul filo, quanto, invece, possibili brogli: che chiameremo ‘voto disgiunto aggiunto’.

Il motivo è semplice: la legge elettorale emiliana prevede che a ottenere la carica sarà il candidato governatore che otterrà più voti dell’altro. Chi vince, si porta a casa anche un premio di maggioranza per garantire governabilità. Questo significa che se (come previsto dai sondaggi) le liste di centrodestra conquistassero una percentuale più alta di quelle di centrosinistra, non è automatico che Lucia Borgonzoni diventi presidente dell’Emilia Romagna. In linea teorica gli elettori possono votare in tre modi: barrare lista e nome del governatore dello stesso schieramento; votare solo una lista; oppure scegliere il partito di una parte (es. M5S) e poi barrare il nome del candidato della fazione opposta (es. Bonaccini). Può valere soprattutto per gli elettori grillini, vero ago della bilancia di questa elezione. Se voteranno per il loro presidente (per la cronaca, si chiama Simone Benini), aiuteranno Borgonzoni a insidiare il trono del Pd. Se invece decideranno di sperimentare il voto disgiunto (lista M5S e governatore Bonaccini), allora favoriranno il piddino nella corsa alla riconferma.

Ma, come scritto in alto, non è questa la paura del mondo leghista, visto che i sondaggi più o meno ufficiali circolati nelle ultime ore danno un trend favorevole a Borgonzoni, anche quelli, minoritari, che la danno in svantaggio.

La vera paura leghista è che i cittadini votino la lista ma non mettano la croce sul nome di Borgonzoni. E che quindi poi accada che la aggiungano scrutatori disonesti creando un voto disgiunto falso:

Bonaccini: diffusi volantini falsi per farlo votare da elettori Forza Italia, pericolo brogli disgiunto

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Per questo l’appello lanciato da Salvini nelle ultime ore, ovvero di sbarrare sia la lista che il candidato governatore per non dare possibilità di brogli:

A questo proposito, ricordiamo il caso Patriarca-Corti nel collegio di Modena per il Senato. Lì la sinistra nelle ultime elezioni politiche aveva ‘vinto’ di 46 voti, poi c’è stato il ricorso con riconto ed è risultato vincitore Corti della Lega di 50 voti: avevano rubato 96 voti. Traslato a livello regionale, parliamo di oltre 1.000 voti. Questi mille voti, domani, potrebbero essere decisivi.