Mesi fa, la Regione Emilia Romagna ha bocciato la richiesta dell’attuale opposizione di escludere pedofili e necrofili dalle categorie protette della legge sulla cosiddetta ‘omotransnegatività’

Uno dei provvedimenti più controversi è la legge “contro la omotransnegatività e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere”, approvata lo scorso luglio dopo 39 ore di dibattito ininterrotto con i voti della maggioranza di centrosinistra e dei consiglieri grillini. Tale legge in teoria ha lo scopo di combattere l’omofobia, ma in realtà è solo uno strumento per finanziare le lobby gay e la propaganda della teoria gender nelle scuole e nelle amministrazioni pubbliche. L’articolo 4 relativo alla “Promozione di eventi culturali”, infatti, al primo comma, prevede che la Regione e gli enti locali promuovano “eventi socio-culturali che diffondono cultura dell’integrazione e della non discriminazione, al fine di sensibilizzare la cittadinanza al rispetto delle diversità e di ogni orientamento sessuale o identità di genere”. In altre parole, si tratta di fondi per finanziare i gay pride. Nel secondo comma si precisa che “la Regione può avvalersi della collaborazione, anche concedendo contributi, di organizzazioni di volontariato e di associazioni iscritte nei registri previsti dalla legislazione vigente in materia, impegnate in attività rispondenti alle finalità di cui alla presente legge”. Tradotto: le lobby gay. Ma non solo. La legge, in più punti, prevede l’avvio di corsi d’aggiornamento per insegnanti, genitori, medici, infermieri e dipendenti pubblici per “favorire inclusione sociale, superamento degli stereotipi discriminatori, prevenzione del bullismo e cyberbullismo motivato dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere”. “La legge contro l’omotransnegatività serve semplicemente per finanziare corsi e promuovere all’interno dei Comuni la rete Ready (Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere ndr)”, spiega Umberto La Morgia, consigliere comunale della Lega a Casalecchio di Reno.
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E quando, durante la discussione della legge regionale, l’opposizione presentò un emendamento che provava ad escludere dalle categorie protette dalla legge i pedofili, i necrofili e gli zoofili – ovvero chi violenta bambini, cadaveri e animali -, la sinistra di Bonaccini si oppose. E l’emendamento non venne approvato. Quindi, ad oggi, la legge in questione non esclude le suddette categorie.
Ecco il testo dell’emendamento:
La sinistra LGBT si era subito schierata contro l’emendamento. Cathy La Torre, il cui studio legale è ora al servizio delle Sardine e del presunto spacciatore tunisino che vuole denunciare Salvini, ebbe a dire: «Si tratta di una formulazione assurda siamo pronti a contattare i parlamentari interessati, da Monica Cirinnà a Nicola Fratoianni, per presentare un’interrogazione sul caso».
Secondo la sinistra, infatti, l’emendamento avrebbe accomunato omosessuali e pedofili. In realtà, voleva evitare che per proteggere gli omosessuali si proteggano anche i pedofili. Ma ci si chiede: come mai il mondo omosessuale è così contrario a questo emendamento contro la pedofilia?
E come mai, il PD non ha voluto votare l’emendamento contro i pedofili? Capiamo quello contro i necrofili, visto che stanno politicamente stuprando il cadavere dell’Italia da anni, ma il resto…
E allora si arriva a Bibbiano. Perché, guarda caso, la relatrice della legge è il consigliere PD vicino a chi è indagato per il ‘furto’ di bambini:
Insabbiano scandalo Bibbiano: legge bavaglio da consigliere PD vicina a ladra di bambini
Bibbiano non è un caso. C’è un filo nero che collega le politiche LGBT del PD in Emilia Romagna con i bambini rubati di Bibbiano.
La Regione Emila Romagna, d’altronde, è attiva da molti anni nella promozione di iniziative pro Lgbt come, per esempio, il Festival Gender Blender ideato dall’Arcigay Cassero Lgbt Center di Bologna. Si tratta di un festival realizzato col patrocinio della Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, della Ministero dei Beni Culturali, della Coop e di vari fondazioni ed enti locali privati. Dieci giorni (23 ottobre-3 novembre 2019) in cui vi sono stati ben 120 eventi tra spettacoli teatrali, film e proiezioni per le scuole. Solo per citarne alcuni basta ricordare il film Little Miss Westie che ha come protagonista un bambino transgender oppure la rappresentazione teatrale dal titolo Giochi di stereotipi’ della regista israeliana Yasmeen Godder dedicato ai ragazzini dai 12 anni in su in cui si invita a rileggere gli stereotipi di genere. Ad aprire il Festival è stata Eve Ensler l’autrice dei Monologhi della vagina. “Gli attivisti del Cassero, fino a qualche anno fa, non pagavano neppure l’affitto della loro sede di Bologna, mentre quest’anno hanno ricevuto 100mila euro dalla Regione per il loro festival”, dice La Morgia.
“Una parte di questi fondi vengono usati per la propaganda gender perché ormai il gender è un cardine su cui certe politiche si sviluppano in quanto, in questa Regione, c’è il desiderio di sradicare il concetto tradizionale di famiglia”, chiosa l’esponente leghista. “Loro hanno tutti i mezzi e i finanziamenti pubblici per insegnare ai bambini delle scuole elementari la teoria gender. La priorità educativa dei genitori viene messa in discussione da queste iniziative e noi, ogni volta, dobbiamo cercare di capire che tipo di festival o spettacoli si tratta e, poi, magari si scopre che si tratta di opere che vanno contro i valori che vogliamo trasmettere”, dice Giovanna Bonazzi, candidata di Fratelli d’Italia riferendosi in particolare all’evento Uscire dal guscio, festival di letteratura gender per bambini giunto ormai alla terza edizione. Infine, la Regione Emilia-Romagna nel 2013 ha lanciato il progetto ‘W l’amore’ grazie al quale ha avviato percorsi formativi sull’educazione sessuale nelle scuole. Percorsi che sono guidati dalle Asl competenti della Regione le quali attraverso varie iniziative diffondono materiali rivolti a “operatori socio-sanitari, educatori, insegnanti, peer educator” che, come si legge sul sito, “consentono approfondimenti su diversi temi: emozioni, crescita, corpo, prima volta, contraccezione, gravidanza, Infezioni sessualmente trasmissibili, innamoramento, orientamento sessuale e identità di genere, modelli e stereotipi di genere, amicizia, violenza, genitori e figli, immagine di sé, identità culturali, web e social media”.