Chiese italiane diventano moschee: preghiere islamiche col permesso di Bergoglio – VIDEO

Vox
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In Italia e in Europa, si registra una crescente e preoccupante tendenza: la sottomissione del clero cattolico all’islamizzazione

Per la prima volta in oltre 700 anni di storia, i canti islamici hanno ferito la cattedrale fiorentina di Santa Maria del Fiore. Sotto la famosa Cupola di Brunelleschi, le nenie islamiche si sono affiancate e hanno dominato quelle cristiane.

L’iniziativa interreligiosa venne promossa una settimana dopo la barbara strage dei terroristi islamisti nella redazione parigina di Charlie Hebdo e comprendeva “Il Corano è la giustizia” e altri “canti” del genere.

Nel Sud Italia, un prete fece infuriare i suoi parrocchiani per aver allestito un presepe in cui la Vergine Maria indossa un burqa. Don Franco Corbo, titolare della parrocchia di Ss. Anna e Gioacchino, a Potenza, disse di avere realizzato lo speciale presepe “in nome del dialogo tra le religioni”.

In una chiesa alla periferia di Roma, un sacerdote ha messo a disposizione della comunità musulmana la parrocchia. Che ogni venerdì si trasforma in moschea:

Ecco la preghiera islamica ripresa con una telecamera nascosta:

Queste iniziative segnano la progressiva eliminazione del patrimonio occidentale-cristiano in favore dell’Islam.

Sempre in Italia, un altro prete ha deciso di non allestire il presepe di Natale nel cimitero locale perché “poteva offendere i musulmani”. Don Sante Braggiè disse no al presepio nel cimitero della città di Cremona, nel nord del paese, per non irritare persone di altre religioni o i cui parenti erano sepolti lì.

Un piccolo angolo del camposanto è riservato alle tombe degli islamici. Un presepio poteva essere una mancanza di rispetto per i fedeli delle altre religioni, urtare la sensibilità dei musulmani, ma anche degli indiani e pure degli atei.

A Rebbio, nella chiesa parrocchiale di San Martino, alla fine della Messa, una donna velata prende la parola e inizia a leggere versetti del Corano che annunciano la nascita di Cristo. L’iniziativa era stata organizzata dal parroco, don Giusto della Valle come “gesto di dialogo”.

A Rozzano, vicino Milano, un preside, Marco Parma, decise di cancellare il concerto di Natale, abolendo le feste tradizionali nell’istituto Garofali “per non recare offesa”.

Nel luglio del 2016, per la prima volta durante una messa in Italia, venne recitato un versetto del Corano dall’altare.

Accadde nella Chiesa di Santa Maria in Trastevere durante la cerimonia in ricordo di don Jacques Hamel, prete ucciso da immigrati musulmani legati a Isis, in Francia. Mentre i cattolici recitavano il Credo, un delegato della moschea di al-Azhar del Cairo ripeteva una “preghiera islamica per chiedere la pace”.

Il clero cattolico è probabilmente disorientato dallo stesso Papa Francesco, che è stato il primo a consentire la lettura delle preghiere islamiche e del Corano nel luogo di culto cattolico più importante del mondo.

È accaduto quando Bergoglio incontrò in Vaticano l’allora presidente israeliano Shimon Peres e il presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas, un incontro organizzato per “pregare per la pace in Medio Oriente”.

Da quando è stato eletto pontefice, Francesco ha trascorso molto tempo nelle moschee. Ha visitato parecchi luoghi di culto islamici all’estero, in Turchia e nella Repubblica Centrafricana, ma anche la Grande Moschea di Roma.

Quando si tratta di Islam, il Papa abbraccia il relativismo religioso. Egli ha ripetuto che la violenza islamista è opera di un “piccolo gruppo di fondamentalisti” che, secondo lui, non hanno nulla a che fare con l’Islam. Quando gli è stato chiesto perché non ha parlato di violenza islamica, il Pontefice ha replicato: “Se io parlo di violenza islamica devo parlare anche di violenza cattolica”, come se ci fossero preti, suore o altri cattolici che piazzino bombe in qualche posto in nome di Gesù Cristo.

L’ultimo caso, solo l’altro giorno:

Questa tendenza non è confinata all’Italia. Anzi, in Italia è meno accentuata.

Il mondo protestante è ancora più corrotto. Nel Regno Unito, Lord Harries, vescovo della Chiesa d’Inghilterra, ha proposto che la cerimonia di incoronazione del principe Carlo d’Inghilterra si apra con una lettura del Corano. Negli Stati Uniti, in più di 50 chiese, compresa la Washington National Cathedral, si legge il Corano. Il capo della Chiesa protestante in Germania, il vescovo Heinrich Bedford-Strohm, ha proposto l’insegnamento dell’Islam nelle scuole statali. Ma nelle moschee si fa qualche lettura della liturgia cristiana?

Il silenzio cristiano è assordante: com’è possibile che così pochi leader cristiani levino la voce contro l’islamizzazione dell’Europa? Hanno organizzato così tante letture del Corano nelle loro chiese da considerare normale l’idea di convertire una chiesa in moschea?

Al clero cattolico che ha aperto le porte del Duomo di Firenze all’Islam i musulmani presto proporranno di rimuovere il dipinto di Domenico di Michelino raffigurante Dante e la Divina Commedia, che si trova all’interno della cattedrale. Per i musulmani estremisti, Dante è colpevole di “blasfemia” perché ha collocato Maometto nel suo inferno poetico.

Lo Stato islamico non fa segreto della sua intenzione di colpire la tomba di Dante in Italia. Tra gli altri siti che figurano sulla lista nera dell’Isis ci sono la Basilica di San Marco a Venezia e la Basilica di San Petronio a Bologna, contenente un affresco che trae ispirazione dalla Divina Commedia dantesca.

Una fantasia? Niente affatto. L’organizzazione ‘italiana’ per la difesa dei diritti umani Gherush92, che svolge attività di consulenza in materia di diritti umani per organismi delle Nazioni Unite, ha chiesto tempo fa che Dante venga rimosso dai programmi scolastici perché “islamofobo”.

Prima di vincere la guerra contro gli invasori, dobbiamo vincerla contro i traditori. Guerra che, ad oggi, ci trova imbambolati. Assuefatti da una stupida e patologica tolleranza. Madre di tutte le sconfitte.

Se ci sono infatti casi diffusi di chiese che ospitano preghiere islamiche, ci sono anche casi di chiese divenute vere e proprie moschee.

Se il blitz dei musulmani lo scorso anno a Bergamo è fallito, grazie alla Lega, in Italia ci sono infatti già diverse chiese che sono state trasformate in moschee.

Ufficialmente sono tre, ma questi sono solo i numeri ufficiali e non comprendono quelle sconsacrate e magari trasformate poi in luoghi di culto islamici. E quelle ‘condivise’.

La prima alla fine degli anni ’90: la chiesa di San Paolino dei giardinieri, a Palermo, al posto del Credo si recita la Shahādah. È questa, infatti, la prima chiesa d’Italia ad essere stata sconsacrata ed adibita a luogo di culto per la comunità musulmana. L’altare ad orientem dell’edificio eretto nel tardo cinquecento è stato rimosso per lasciare spazio ai tappeti dei fedeli tunisini che ormai da quasi vent’anni si inginocchiano in quella stessa direzione, ma per pregare verso la Mecca.

Boom Islamici in Italia: verso gli 8 milioni, 14% popolazione

Nel 2015, sempre in Sicilia, a traslocare per ospitare una nuova moschea è stata la comunità evangelica di Agrigento.

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A nord, l’associazione islamica Nuova Generazione di Lunetta, Mantova ha acquistato i locali attigui all’attuale sede, che ospitavano una piccola chiesetta cristiana: «Saranno locali polifunzionali dove ospiteremo i bambini e dove terremo attività varie, tra cui anche la preghiera» afferma Hammadi Ben Mansour, incaricato dal presidente dell’associazione, attualmente in Marocco, di illustrare pubblicamente quello che è un nuovo passo nell’islamizzazione del territorio, con l’ampliamento dell’ennesima moschea abusiva.
«Non è una moschea» millanta Ben Mansour, sapendo che non può ufficialmente esserlo perché in violazione della legge, ma lo è. E sarà moschea ‘legale’ perché si avvarrà di un cavillo.
Infatti i locali erano già luogo di culto, lì c’era una piccola chiesa cristiana evangelica. Così, comprandoli, per la prima volta a Mantova, ma non solo, un’associazione islamica si trova in un posto da poter trasformare in moschea ‘legalmente’ perché “luogo di preghiera urbanisticamente in regola”. Poco importa che sia un simbolo, osceno di islamizzazione peggiore di un garage trasformato in moschea abusiva.

Senza contare i casi di quelle ‘condivise’, come a Roma. Alla periferia della Capitale un sacerdote ha messo a disposizione della comunità musulmana la parrocchia. Che ogni venerdì si trasforma in moschea:

Immaginate cosa accadrà, se davvero diverranno il 14 per cento della popolazione. Un futuro distopico. Ci stanno occupando. Pezzo di territorio, dopo pezzo di territorio. Devono essere fermati. Ma si fermano solo abrogando i ricongiungimenti familiari.